The Architecture Of Melancholy: il secondo atto solista di Peter Bjärgö
Peter Bjärgö è conosciuto come il forgiatore e mastermind del mistico suono degli Arcana. Con The Architecture Of Melancholy, l’artista svedese giunge al secondo capitolo del suo progetto solista. E’ quasi inutile soffermarsi sulle metodologie d’approccio di una musica che, ancora una volta, appare intensa e nettamente fuori dal comune.
Non si fa alcuna fatica a riconoscere subito il suo marchio distintivo. Chi lo segue da tempo non smetterà certo oggi. I tratti epici, adeguatamente enfatizzati, e le trovate mozzafiato in pieno stile Arcana affiorano libere, senza timore di evocare quanto di bello già composto. Da questo punto di vista, l’uscita si configura come un naturale prolungamento di uno stile definito fin dall’inizio, con gli stessi suoni e la stessa voglia di incantare le fauci più nobili e “sensitive” in circolazione.
La musica di Peter Bjärgö ci avvolge come una colonna sonora. Per fortuna niente è lasciato al caso o – peggio – confinato nell’apparenza superficiale di un facile “easy listening”. Il fattore lirico, pur presente, agisce da special guest e, ogni volta che affiora, genera inevitabili sfracelli, finendo presto inglobato in uno sfondo incredibile, creativo e mutevole. È proprio questa varietà a infondere il pathos ideale alla release. I colori e gli umori cambiano di continuo, dando la sensazione di passare da luoghi desertici a scenari piovosi o grigi. Poi, all’improvviso, ci troviamo inermi, avvolti da tenebrosi e apatici meriggi.
Incedere convinto che solleva i sensi
La title track apre il percorso con un incedere convinto: abbatte ogni senso e ci solleva magicamente da terra, pura sacralità resa musica. A impreziosire il tutto è una componente vocale da tramandare ai posteri (il seme di appartenenza recita a caratteri cubitali il nome dei Dead Can Dance), uno spessore che si impossessa di noi e non ci lascia più, almeno finché il suo ricordo non svanirà nel tempo futuro.
Incredibile elevazione sensoriale e magico tormento, nutriti dalla straordinaria voce di Ida Bengtsson (special guest amatissima dagli Arcana addicted). Con Bitteresque emergono tinte misteriose e nascoste, grazie a un narrato altamente inquietante. Date a Peter una tastiera e lui saprà sempre come incantare. Tocca poi all’onirica The Hidden Compass mostrare il trademark più classico dell’autore, quattro minuti calmi e “mesmerizzanti” prima dell’orientaleggiante Apathy, con i suoi scenari caldi, ricchi di colori accesi e sgargianti.
È la nenia oscura di A Wheel Of Thoughts a trasportarci, senza opposizione, in The Death Of Our Sun: un altro siparietto che ci si aspetta sempre da questo maestro dall’ammaliante profumo ipnotico. The Architecture Of Melancholy si chiude con i dieci minuti statici di Sleep Dep.Loop1, ennesima dimostrazione di cosa significhi esibire una classe innata, grazie a misurate e sapienti soluzioni.
Summary
Cyclic Law (2011)
Tracklist:
01. The Architecture Of Melancholy
02. Bitteresque
03. The Hidden Compass
04. Apathy
05. A Wheel Of Thoughts
06. The Death Of Our Sun
07. Sleep Dep.Loop1