Ov Hollowness – Drawn To Descend: malinconia e desolazione tra le trame di un black metal atmosferico
Il progetto canadese a nome Ov Hollowness rilascia il secondo full-length (il primo ad avere una degna distribuzione grazie a Hypnotic Dirge Records) dal titolo Drawn To Descend, e si fa notare grazie a un black metal melodico e abbastanza sofferto.
Il tutto ci viene offerto dal solo Mark R., che per l’occasione confeziona un disco capace di far la gioia di chi cerca, in ogni anfratto, costanti sensazioni a cavallo tra il malinconico e il negativo. La tracklist verte su sei brani: cinque di questi possiamo definirli “convenzionali” data la loro natura “classicamente melodico/depressa” e l’ingente durata. L’ultimo pezzo (intitolato The Darkness), invece, rifugge da tutto ciò, gettandosi in una sorta di esperimento immediato. Un’azione che a mio parere rovina lievemente tutto l’ottimo sentito fino a quel momento.
Tra i brani più riusciti: Old And Colder e Desolate
Chitarre emozionanti e taglienti come lame introducono la splendida Old And Colder. Qui un’immane semplicità non preclude affatto il piacere di ascoltare qualcosa di totalmente sentito, oltre che sensitivamente stimolante. L’impronta vocale di Mark R. non è eccessivamente estrema. La sua voce va di pari passo con la musica (quindi sempre molto controllata) e segue, più che altro, quella voglia di atmosfera che fa da fondamenta alla struttura sonora complessiva.
A seguire troviamo il mio pezzo preferito. La title track è un turbine semi-sostenuto che rilascia, nel suo riffing serrato (ma pur sempre melodico) e nei suoi versi, dei veri e propri incanti sonori. Basta sentire come si evolve il brano e le mirabolanti tele intessute in rimando: incantesimi capaci di soggiogare quasi chiunque (anestesia cosciente). È tiepida rarefazione quella che troviamo nella terza canzone, Desolate. Il brano sembra voler eseguire alla lettera ciò che la parola del suo titolo rappresenta. Anche qui il progetto Ov Hollowness può senz’altro dichiararsi soddisfatto del risultato ottenuto.
Non si può non sottolineare (e non notare) la capacità metrica di Mark R. Il nostro lascia spazio alla musica anche per larghi tratti, eppure quando si intromette lo fa sempre in maniera convincente. Riuscendo anche a strappare, a più riprese, lacrime di sincera commozione (un’onesta visceralità). Winds Forlorn non impressiona forse quanto le precedenti. Forse il tempo saprà interiorizzarla a dovere, assieme ai suoi passaggi più ermetici e tetri (rispetto alla “normalità” qui registrata). Drone, invece, finisce per girare su trame tipicamente depressive/doom (sia per la musica che per la voce), andando a costruire uno scalino “di notevole differenza” rispetto all’ultima (mezza thrash e tipicamente Celtic Frost) The Darkness, un modo di chiudere che, detto sinceramente, stona un bel po’.
Un disco che si ascolta col freddo addosso
Non posso far altro che caldeggiare la ricerca di Drawn To Descend da parte di un pubblico voglioso di fredda e sempre distaccata armonia. Il disco potrà diventare un piacevole abito da indossare per le stagioni autunnali/invernali. C’è il vento che sferza, ed il senso del freddo è pronto ad agire.
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68%
Riassunto
Hypnotic Dirge Records (2011)
Tracklist:
01. Old and Colder
02. Drawn to Descend
03. Desolate
04. Winds Forlorn
05. Drone
06. The Darkness