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Copertina dell'album Through dei Nothing I Know

Nothing I Know – Through

Nothing I Know – Through: debutto metalcore dalla presa rapida e dalla pelle hardcore

Con Through, i Nothing I Know (band proveniente da Modena) costruiscono un discreto debut album pieno di belle cose, bruscamente arioso e pungente. C’è subito da specificare come i ragazzi non pensino mai a riscrivere o a immaginare in qualche modo possibili varianti o novità del caso. Il loro lavoro lo finiscono per fare così bene che ogni elucubrazione in tal senso finisce ben presto nel dimenticatoio.

Con Through, i Nothing I Know non girano al largo: vanno subito dritti al dunque, spiegano tutto immediatamente, come se ci accogliessero sin dalla prima pagina di un libro pieno di “buone maniere”. Il suono, i metodi d’approccio, tutte le coordinate si uniscono in modo da facilitarci l’ingresso in casa. La priorità è creare la necessaria familiarità, e la facilità con la quale riescono risulta quantomeno impressionante (oltre a far ben sperare, perché se questo è solo l’inizio…).

I Nothing I Know utilizzano l’effetto “acchiappa e rilascia”. Da una parte l’impatto è ben oliato, fa ciò che può per mantenere un certo dinamismo. Dall’altra ci sono le aperture melodiche, tutte perfettamente inserite, oltre che riuscite (non ne ricordo anche solo una considerabile infelice).

Songwriting agile e produzione incisiva: quando la forma sostiene la sostanza

In mezz’ora la band riesce a tenere alto l’interesse (cosa non propriamente scontata), in primis grazie all’efficace e mai stagnante songwriting. Ma anche la produzione secca e rotonda gioca un ruolo nevralgico, dando giusto lustro a ogni strumento. Una menzione d’onore va di diritto alla sezione ritmica: il basso emerge ed è sempre reattivo nel duettare con la mai doma batteria.

I brani arrivano, scorrono e passano velocemente, i minuti sono tenuti giustamente “bassi”, favorendo così l’insieme. Certo, alcune cose emergono, ma mai così tanto da poter spiccare sul resto (mi vengono giusto in mente qualche parte di Father e gli ultimi istanti dell’ultima Winter Sun). Questo è il miglior “premio” che inconsciamente questi ragazzi potevano farmi. Portare a termine il disco senza alcun scricchiolio, in modo liscio ma soprattutto senza prodursi in alti o bassi a sottolineare gli opposti. La band non spreca mai la tecnica, ma la impiega per arricchire – o meglio “sfamare” – il pezzo di turno e il suo piccolo mondo.

Through si propone come ideale unione fra vecchia e nuova scuola. Pelle hardcore che diventa metalcore, o viceversa. L’impatto e la voglia del glorioso passato si scontrano con i mezzi di oggi e con la volontà di buttare qualcosa di “dolciastro” nell’aria (a tratti mi hanno ricordato addirittura gli Stuck Mojo di Declaration of a Headhunter).

Sempre sull’attenti i sostenitori di Hatebreed, Biohazard e Madball: con Through, la vostra personale ciotola verrà adeguatamente riempita per un congruo pasto.

  • 70%
    - 70%
70%

Summary

Indelirium Records (2015)

Tracklist:

01. Clay
02. New Story
03. Father
04. Indifferent
05. Fracture
06. For A Friend
07. A Day
08. Rise Up
09. Winter Sun

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  • Data dell'articolo
    24 Giugno 2015
  • Pubblicato da
    Duke
  • Pubblicato in Recensioni, Thrash Metal/Violent Frequencies/Post Metal
  • Taggato con Indelirium Records, Nothing I Know
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