Moonreich – Loi Martiale

Moonreich: il potenziale c’è, ma Loi Martiale non convince del tutto

Il primo album dei francesi Moonreich è un buon passatempo. Ma sarebbe prematuro, al momento, parlare in termini di “futura rivelazione”, visti i momenti poco appaganti presenti su Loi Martiale.

È proprio un fastidioso alone di noia a rovinare le belle trame che il gruppo riesce a proporre. C’è troppa dispersione, e i frangenti realmente buoni (che, per inciso, non mancano affatto) vengono presto inghiottiti da quelli meno riusciti, a mio dire in maniera drasticamente fatale.

In più di un’occasione le mie antenne si sono “rizzate”, per poi capitombolare dentro un’apatia chiaramente non voluta (non si parla di black metal lento o eccessivamente atmosferico). Ed è un vero peccato, perché i Moonreich dimostrano comunque di avere delle potenzialità: quelle che hanno reso la Francia una delle migliori fucine della nera arte. Con Loi Martiale, i Nostri si aggiungono all’ipotetica flotta di band poste sotto la stessa bandiera. Formazioni che, per un motivo o per l’altro, si sono perse per strada rilasciando lavori dignitosi per la causa.

Un’identità sonora tra tradizione francese e furia scandinava

Tanta Francia nelle melodie sulfuree e nel cantato (rigorosamente in lingua madre, sarà anche una banalità dirlo, ma scegliere quest’idioma conferisce già in partenza un gusto distintivo), ma ad affiorare troveremo anche la Svezia (sarà facile pensare ai Marduk), tanto nei momenti veloci quanto in quelli con un’impostazione, diciamo, più moderata. Tra le cose positive inserisco anche la produzione, risonante e piena. Riesce ad affilare (e inaridire) a puntino tutti i brani. Buono anche lo screaming, diabolico e “colloso”, un sicuro maleficio secondo tradizione.

Il disco, dopo la buona partenza con Le regard du pendu e Les psaumes d’Iscariote (Livre I : Le pardon du pendu), si perde un pochino per strada. Salvo ritrovarla più avanti grazie a pezzi come En préparant l’assaut e L’aube de cristal. Non troveremo mai qualcosa di veramente catastrofico, però la fiacca mostrerà in ogni caso le sue concise motivazioni. Sussistono certamente sensazioni positive, ma purtroppo bisogna anche tenere conto – ed ammettere – di come i Moonreich perdano il controllo della bussola di tanto in tanto. Come se volessero inseguire una perfezione che ancora non sono in grado di raggiungere e manipolare a proprio uso e consumo.

Non c’è nulla di pericolosamente terribile, sia ben chiaro. L’album rimane un buon esordio, dotato di pregi e difetti. Da cercare e provare in ogni caso. Comunque rimandati.

  • 60%
    - 60%
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Summary

De Tenebrarum Principio (2011)

Tracklist:

01. Le regard du pendu
02. Les psaumes d’Iscariote (Livre I : Le pardon du pendu)
03. Du sang sur les mains
04. En mon âme et conscience
05. Le réveil du pendu
06. En marche sur nos terres
07. Loi Martiale
08. Les psaumes d’Iscariote (Livre II : Mes ailes ne brûleront plus)
09. En préparant l’assaut…
10. L’aube de cristal
11. Untitled

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