Malevich – Under a Gilded Sun: caos, eleganza e collisioni emotive
Under a Gilded Sun è un vortice di generi che collidono. Le note magnetiche “propinate” dagli americani Malevich si fondono prima di distruggersi in modo nevralgico. Screamo, sludge, black metal, post-metal/hardcore: i generi vengono triturati e sminuzzati in “spaccati emozionali” prima di trovare una forma nuova, magari instabile, eppure sempre magnetica. L’intero ascolto ti tiene lì, incollato, perché anche se non tutto è sempre eccelso, non ti fa mai scappare.
I Malevich creano un ecosistema sonoro organico, in cui ogni elemento pulsa di vita propria, ma è anche pronto a divorare quello in arrivo, in un susseguirsi imprevedibile di violenza e melodia. L’incertezza su ciò che accadrà rende il primo ascolto un’esperienza frizzante e avvincente, mantenendo una costante sensazione di sorpresa anche in quelli successivi (si, qualcosa di nuovo lo scoveremo sempre).
Ascoltare questo disco significa attraversare territori emotivi estremi. Rabbia, smarrimento, estasi, rassegnazione, persino serenità si accavallano in un turbine sonoro che, pur essendo lacerante, risulta prodotto ed esposto in modo creativo e coraggioso. La professionalità è davvero palpabile, e rende l’ascolto appagante per chi è solito “ammaestrare” i generi a proprio piacimento.
Dissonanza, collera e gelo: il trittico iniziale lascia intendere caos e introspezione
Blossom in Full Force è una meditazione sulla dissonanza dell’essere, un vortice stratificato e imprevedibile che inculca immediatamente la sua essenza vibrante e viscerale. La successiva traccia, Impasse, non ci consolerà, ma attingerà a collera e disperazione nella sua brevità, prima di lasciarci con la fredda e tagliente Cross of Gold.
Attraverso la dualità di Delirium and Confidence, l’aspetto intimo e in crescendo di Illusion Never Changed comprenderemo meglio la fattura di un’opera musicale impattante, malinconica e persino “zuccherina”. Into Bliss raccoglie come un magnete la feralità circostante. Mentre l’ultima traccia, Supine, Under a Gilded Sun, rappresenta il “canto consolatorio”. Una sorta di premio per chi ha resistito al viaggio senza mollare, stremato dai continui saliscendi qui consumati.
I Malevich sono chiari su una cosa: il loro album non può essere incasellato in un genere preciso e non calca neppure la mano su inutili lungaggini. Ma le semplici etichette non si sposano bene con il loro prodotto e questo sarà il punto di scontro per gli ascoltatori. È un atto di pura volontà artistica che sfida continuamente chi ascolta a lasciarsi andare e reagire.
Summary
Church Road Records (2025)
Tracklist:
01. Blossom in Full Force
02. Impasse
03. Cross of Gold
04. Delirium and Confidence
05. Illusion Never Changed
06. Into Bliss
07. A Sun That Only Sets
08. If We Sing Towards the Heavens Maybe They’ll Let Us In
09. Supine, Under the Gilded Sun