LowCityRain – LowCityRain

In campo dark dirà ben poco il nome di Markus Siegenhort, conosciuto invece molto bene nel circuito metal sotto il nome di Herbst, grazie principalmente al progetto Lantlôs. Ma oggi siamo qui per parlare di un nuovo nome, un nome che nel 2013 ridipinge un’immagine e un suono totalmente avvinghiati agli anni ’80. LowCityRain è un omaggio al movimento dark più seducente e introspettivo: dalla wave al pop più sognante ma, in qualche modo, oppositamente cupo. Un suono da ascolto in solitaria, se vogliamo dirla tutta. Musica asservita completamente alla malinconia, creata ad hoc per le agrodolci sere autunnali, quando l’espressione sensoriale – forse – arriva ai suoi massimi livelli.

Sì, stupisce non poco questo esordio a nome LowCityRain. Stupisce l’ingresso così deciso e ben riuscito da subito in un genere “nuovo” per Markus. Strabilia la capacità di scrivere e modellare brani sempre diversi tra loro. La forza di questo debutto omonimo, oltre alla qualità ovvia, è proprio la capacità di variare gradualmente il songwriting senza mai intaccare lo spirito di fondo dell’album. L’ascolto è come andare a scoprire e assaggiare il contenuto di un sacchetto di caramelle miste (ma attenzione, ci sono sempre quelle “meno preferite”). Per certi versi è anche come scendere lentamente nel buio più fitto, visto che l’unico brano considerabile positivo è posto proprio all’inizio del viaggio: ciò che verrà dopo sarà soltanto un dolce e quieto lamento in dissolvenza.

Produzione fredda che rimbalza su un magnetismo percettibile già dal primo ascolto. Le canzoni fioriscono praticamente subito. Troppo spesso ci troviamo a dire “questo disco necessita di svariati ascolti per essere compreso”, ma non è affatto questo il caso. Le tracce irrompono con grazia ed eleganza, un lavoro che si mette in moto in automatico sin dai primissimi secondi.

La capacità di catalizzare, magnetizzare l’ascoltatore è la caratteristica primaria di ogni buon disco convenzionale. Questo esordio omonimo centra il bersaglio proprio al centro, senza bisogno di seconde occasioni.

Niente noiosi track by track: vi basterà scorrere i titoli per arrivare direttamente alla melodia portante della song stessa (una volta fatta una primaria conoscenza, ovviamente). Personalmente posso solo sottolineare la bellezza di una Grey View profonda, sensuale e trascinante, o l’oscura cantilena di Numb (un nido ovattato). Mentre non posso che versare ulteriori segni di debolezza per Nightshift (sconvolgente bellezza) o Vulnerable Now, senza fare un torto al tormentone iniziale di You Are Everyone, You Are Everywhere, ovvero quella famosa partenza “ingannatrice”. Infine, ci pensa Your Eyes and the Sea a colorare drammaticamente gli ultimi istanti. E non poteva finire in altro modo.

Il disco giusto, nel posto giusto, al momento giusto. Cosa aspettate? La vostra camera aspetta solo la vostra dolce disperazione sulla voce profonda, sensuale e flebile di Markus. Se andate ancora in giro affamati, cercando l’alternativa di oggi ai soliti dinosauri come The Cure, Killing Joke o The Sisters of Mercy… non siete finiti sui LowCityRain per caso.

  • 74%
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Summary

Prophecy Productions (2013)

Tracklist:

01 – You Are Everyone, You Are Everywhere
02 – Grey View
03 – I Don’t Know Myself
04 – Numb
05 – Phantom
06 – Nightshift
07 – Vulnerable Now
08 – Your Eyes And The Sea

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