Lightning Swords of Death – The Extra Dimensional Wound

Lightning Swords of Death tra ombre e suggestioni svedesi

Mi ha stupito vedere una band come i Lightning Swords of Death piombare sotto contratto con la Metal Blade, soprattutto considerando che l’etichetta non è certo nota per le sue release black metal, ambito in cui la formazione americana sguazza fieramente fin dagli inizi. Se aggiungiamo il fatto che, fino ad ora, i Lightning Swords of Death non si erano particolarmente distinti per materiale superiore alla media, un po’ di curiosità The Extra Dimensional Wound riesce comunque a suscitarla.

Poi premi play, e cominci a capire qualcosina in più. Il sound pesca a piene mani dallo swedish death, e il disco, a conti fatti, è una miscela equilibrata tra black metal e death metal serrato, principalmente oscuro. Il paragone più naturale che mi è subito balzato all’orecchio è stato con i Fleshcrawl, compagni d’etichetta e, come loro, pescatori in terra svedese senza averne la nazionalità. Ora, visto che i Fleshcrawl mi piacciono parecchio, dovrei sbavare senza ritegno anche per i Lightning Swords of Death. Invece, al termine dell’ascolto, sono rimasto abbastanza deluso. Non completamente, intendiamoci: la band americana il proprio lavoro lo svolge senza troppi patemi.

Suoni pesanti e convincenti, ma un songwriting che fatica a emergere

La produzione c’è tutta. Le chitarre sono dominanti, grasse, penetranti e capaci di scavare tra le macerie come poche altre. L’interpretazione vocale è malefica quanto basta e si sposa bene con un costante ed elitario martellamento sonoro. Diciamo che riesce a trovare la giusta collocazione tra le due correnti principali.

Non saprei dire se una canzone spicchi davvero sulle altre. Il lavoro è molto omogeneo, abbastanza simile per tutta la durata. Sia nei brani più brevi che nella conclusiva Paths to Chaos, che supera gli undici minuti. Se proprio vogliamo vederla così, la proposta potrebbe risultare interessante a molti, visto che non si sente spesso un suono alla Entombed/Dismember virato al black metal. A tratti emergono anche influenze alla Carpathian Forest (ascoltate Damnation Pentastrike per credere).

The Extra Dimensional Wound riesce nell’intento di apparire profondo, negativo e asfissiante, ma per qualche ragione lascia poco dietro di sé. Da un lato promuoverei anche l’acquisto, ma con poca, ben poca convinzione. Il consiglio è quello di farsene prima un’idea, e poi eventualmente aspettare un prezzo favorevole. In fondo, assieme al resto dei “gruppacci” presenti nelle nostre discografie, ci stanno bene anche loro. E poi, copertine del genere sono sempre un piacere per gli occhi, soprattutto quando ricalcano perfettamente la musica contenuta.

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Summary

Metal Blade Records (2010)

Tracklist:

01. The Extra Dimensional Wound
02. Nihilistic Stench
03. Invoke the Desolate One
04. Zwartgallig
05. Damnation Pentastrike
06. Venter of the Black Beast
07. Vorticating into Scars
08. Paths to Chaos

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