Flesh Consumed – Ecliptic Dimensions of Suffering: brutal death tecnico con visioni cosmiche
Ecliptic Dimensions of Suffering è il secondo disco degli americani Flesh Consumed e segue il fortunato debutto Mutilate, Eviscerate, Decapitate.
Dopo l’esperienza con Sevared Records, i Nostri approdano a un contratto con Unique Leader Records, senza deludere affatto la fiducia accordata. Il combo americano propone questa volta una miscela più tecnica e, diciamo, meno brutale rispetto al passato. L’ascolto di Ecliptic Dimensions of Suffering passa anche attraverso diversi brevi interludi atmosferici, utili a spezzare le singole e furenti rasoiate metalliche.
C’è l’insana voglia di progresso, dunque, e forse non tutti digeriranno un disco che comunque lascia intravedere possibili e interessanti spiragli futuri. L’impatto con questa creatura è stato inizialmente piuttosto freddo, salvo poi migliorare già al secondo e più attento ascolto. Va precisato che i capolavori risiedono sicuramente altrove, ma i Flesh Consumed riescono comunque a non farci annoiare lungo questi tre quarti d’ora.
Meno brutalità cieca, più tecnica e atmosfera
Se prima il discorso pendeva più verso un brutal death classico, ora le composizioni guardano anche alla tecnica, per un risultato che non si allontana troppo da band già più note come i Decrepit Birth. Tuttavia, un collante con il passato permane, ed è proprio ciò che salva l’album dall’essere un semplice “buon disco” e basta. La fusione tra brutalità e tecnica è di quelle malvagie, e i brani ne traggono ampio giovamento.
Pezzi monolitici, ottimamente prodotti, con un growl profondo, maturo ed evocativo. Degni di menzione anche i lavori di batteria e basso, entrambi fondamentali per l’arricchimento sonoro, capaci di dare linfa vitale a ogni composizione. Arresti e ripartenze, assoli e strofe blasfeme fanno da sfondo a un “brutale e sanguinoso senso epico” ben rappresentato da Drug-Induced Psychosis, piazzata dopo ottime alternative come l’opener Devoid of Skin e Imprisoned Between Dimensions.
Assolutamente da citare anche la doppietta Chamber of Torture / Beneath the Pendulum, con il perfetto stacco fra le due (uno dei punti migliori del disco per il sottoscritto), mentre Immortality Through Infinite Consciousness sembra uscita direttamente dai taccuini dei Cannibal Corpse (grandioso il suo inizio). Quando il cuore pulsante di un album regge alla grande il confronto con la sua partenza, il tirare le somme diventa quasi automatico. In questo caso, i Flesh Consumed riescono quasi a fare meglio nella seconda metà del disco, chiudendo il tutto con una disturbante e rituale outro ambientale di undici minuti: una sorta di colonna sonora ideale per quella particolare, impattante e magnetica copertina.
Brutal death metal, ma con il fioretto
Chi abitualmente si “sbronza” di brutal death può tranquillamente concedersi un giro su questo Ecliptic Dimensions of Suffering, senza troppi patemi. Dovranno invece astenersi i cercatori di continue e intricate velocità. I Flesh Consumed fanno death metal, sì, ma sanno usare anche il fioretto, quando c’è da colpire con gusto sadico.
-
68%
Summary
Unique Leader Records (2010)
Tracklist:
01. Devoid of Skin
02. Imprisoned Between Dimensions
03. Drug-Induced Psychosis
04. Caverns of the Disembodied
05. Forever Chained (Interlude)
06. Chamber of Torture
07. Beneath the Pendulum
08. Valleys of Rust (Interlude)
09. Immortality Through Infinite Consciousness
10. Doomed (Interlude)
11. Interspecific Coalesce
12. Succumbed to Dementia
13. Staring into the Abyss (Outro)