False – EP omonimo: atmosfere ferali e tensione rituale dal cuore oscuro degli States
La scena black metal americana continua a far emergere realtà altamente interessanti. Non fanno più notizia, ormai, le numerose buone uscite (talvolta ancora un po’ acerbe) da parte di formazioni emergenti o quasi. È proprio questa la situazione dei False, che con il presente EP eseguono il proprio ingresso nel vasto e affollato panorama estremo americano, distinguendosi per doti competitive e di rilievo.
L’uscita prevede appena due brani di dodici minuti ciascuno. Due perle presentate da una copertina decisamente “troppo semplice” e scolastica, ma dotata della giusta carica persuasivo/atmosferica. È un’atmosfera ferale e martellante quella profusa dai False. Una proposta sotto certi aspetti già adulta e ben definita, che getta basi interessanti per un futuro promettente.
Il suono è antico, in qualche modo sacro. L’impatto con la prima The Key of Passing Suffering può ricordare situazioni care a gruppi come Emperor, Limbonic Art e, ovviamente, Wolves In The Throne Room, per quanto concerne le contaminazioni più recenti.
Feeling remoto e impatto selettivo: quando il black metal è tutto fuorché confortevole
Momenti cadenzati e tastiere in fuga presenziano flebilmente e si alternano a sfuriate incalzanti dal sapore freddo e quasi chirurgico. La loro musica abbraccia, regala un certo feeling, ma resta sempre distintamente “lontana” e impervia. L’animo è totalmente oscuro e dominato da un riffing dalle giunture grasse, portatore di ben poca confidenza. Fanno eccezione solo alcune sezioni capaci di fulminare istantaneamente l’ascoltatore curioso.
L’evoluzione dei brani non offre mai coordinate precise. I False si preoccupano soprattutto di apparecchiare la tavola con le giuste pietanze; il resto, dovrà giungere da sé. The Key of Passing Suffering offende e cinge per quasi tutta la sua durata, ma solo alla fine – dopo non pochi sforzi – offre appigli seducenti, capaci di far riflettere sul viaggio appena compiuto.
La seconda traccia, Sleepmaker, rappresenta la conferma: la convinzione di trovarsi di fronte a un progetto dalle intenzioni chiare, che sa esattamente dove colpire. Le sensazioni di fondo restano invariate, e i Nostri tirano fuori dal cilindro melodie positivamente agghiaccianti (sempre ricercate, soprattutto quando si tenta di decifrarle a mente lucida). Più si ascolteranno queste due composizioni, più crescerà – inevitabilmente – il livello di confidenza con esse, come se da qualche parte fosse nascosto un magnete. Fortunatamente lo spettro della noia resta distante, e le creazioni rivivono ogni volta nel loro incandescente, nonché straniante, feeling.
L’EP ha ricevuto una prima stampa su vinile nel 2011 per Gilead Media. Successivamente è stato ristampato in cassetta da Eternal Warfare, entrambe le edizioni ovviamente in tiratura limitata.
Riassunto
Gilead Media (2011), Eternal Warfare (2012)
Tracklist:
01. The Key of Passive Suffering
02. Sleepmaker