Arrivo a questa recensione dopo una serie di coincidenze del tutto casuali. La prima è stata quella di imbattersi nel video di Soul Erazor. La seconda, qualche giorno dopo, mentre girovagavo per lo store della Napalm Records. Controlla qui, controlla lì, ed ecco che mi ritrovo sotto agli occhi il vinile di Awake the Riot dei Dust Bolt, a un prezzo decisamente basso. Visto che l’ordine incombeva, decido di aggiungerci anche loro. Così, alla cieca (o quasi, dai, Soul Erazor non mi era affatto dispiaciuta), mi sono ritrovato “padrone” di un oggetto su cui avrei dovuto almeno documentarmi meglio prima, soprattutto vista la delusione di altre giovani formazioni che cercano oggigiorno di ravvivare il thrash metal.
Dopo tutto questo, e dopo aver ascoltato il disco, eccomi qui, pronto a scrivere qualche riga su di loro. Il disco, fortunatamente, mi è piaciuto e dovevo fare pace con me stesso, salvando almeno una di queste nuove leve con dei dati numerici. Band che, oggi, cercano in tutti i modi di ricreare un sound nel quale è davvero difficile emergere o, ancor meglio, convincere pienamente.
La fame da thrash metal gioca un ruolo determinante anche su questa release. A seconda di quanti ascolti recenti o passati si abbiano, e quanto si ascolti il genere, si potrà reggere o meno un’uscita di questo tipo. Se l’entusiasmo per il thrash è ancora a mille, le basi per esaltarsi su massimi livelli ci sono tutte. D’altro canto, se siamo stati ben abituati o viziati da altri, o siamo persone che si stupiscono solo davanti a fatti eclatanti, troveremo Awake the Riot al massimo un buon dischetto e nulla più. Ma il piedistallo su cui poggia il disco è sicuramente sufficiente, e questo lo voglio dire con una certa sicurezza.
Certo, alla lunga il disco potrebbe sfiancare per via dell’eccessiva lunghezza (e il voto risente molto di questo). Ma non si registrano cali di tono imbarazzanti. Il vero problema diventa ascoltare un’ora intera di thrash metal derivativo (la sacra triade tedesca appare a piacimento, alternandosi continuamente), senza nemmeno cercare di variare formula da brano a brano. Peccato, perché quando ci provano, anche solo lievemente, riescono. Un esempio lampante è Agent Thrash, la mia preferita ad oggi.
La produzione fa il suo lavoro, mantenendo il prodotto a galla. Tale sicurezza si spegne lentamente con il passare dei brani, a causa della continua e piatta esposizione al tipo di songwriting scelto.
Living Hell apre, e subito arriva quella sensazione di “ma li ho sempre conosciuti!“. Un potente déjà-vu al quale dovremo lentamente abituarci, iniziando già dalla successiva Soul Erazor, dove le parti ficcanti si alternano ai soliti cori impetuosi e marci tipici del genere. I ragazzi hanno prontamente trovato il brano che rappresenta e semplifica il disco meglio di altri. Appare giusta la decisione di sceglierlo come pezzo da traino con la registrazione del video.
Beneath the Earth verrà ricordata per il suo lento e trascinante riff iniziale. You Lost Sight farà lo stesso grazie ai suoi continui break. Agent Thrash si esprime in maniera più concisa e rude, e i frutti si raccolgono istantaneamente, mentre ci si lascia trasportare da un riff finale che sembra quasi stregare. Living a Lie richiama potentemente gli Anthrax, mentre la doppietta seguente, formata da Awake the Riot – The Final War e Eternal Waste, rappresenta senza dubbio il punto più debole e meno esaltante dell’intero disco.
Il basso ruggisce su Drowned in Blind Faith, e finalmente il sorriso ritorna, perché ormai siamo abituati al loro stile quadrato e preciso. Peccato solo per come certe legnate di ignoranza vengano solo accennate. Ne avvertiamo il bisogno, soprattutto in certe circostanze, e lo realizziamo in parte grazie alla scelta di chiudere con una cover degli Evil Dead.
Awake the Riot avrebbe potuto rendere sicuramente di più con meno frecce al suo arco. Non capisco proprio questa tendenza a voler allungare un brodo a tutti i costi (il valore dell’insieme ne risente sempre in questi casi). Se vi piace un certo thrash metal pulito, privo di sbavature ma pur sempre capace di randellare in modo compatto, i Dust Bolt meritano allora la vostra attenzione.
Secondo me, la strada dei Dust Bolt si apre ora a un bivio, con una scelta obbligata: da un lato, la volontà di diventare più cattivi e famelici alla base, dall’altro, quella di fare ulteriori passi avanti nel songwriting. Esplorare più a fondo il loro mondo potrebbe portare a risultati inaspettati.
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60%
Summary
Napalm Records (2014)
Tracklist:
01. Living Hell
02. Soul Erazor
03. Beneath The Earth
04. You Lost Sight
05. Agent Thrash
06. Living A Lie
07. Awake The Riot – The Final War
08. Eternal Waste
09. Drowned In Blind Faith
10. Worlds Built To Deceive
11. The Monotonous – Distant Scream
12. Future Shock (EVIL DEAD cover)