Il debutto potente dei Décembre Noir con A Discouraged Believer
I Décembre Noir e l’album che non ti aspetti, quello che ti ritrovi ad ascoltare più di tanti altri, senza noia né patemi (alcune formule sembrano nate appositamente per quando l’incertezza domina).
La lucentezza doom/death riproposta sul versante “melodico” è la stessa che ha lanciato My Dying Bride e Saturnus, oltre a discepoli diretti come Doom:Vs, Draconian (qui senza componente femminile) e Necare. Se conoscete e venerate l’operato di questi nomi, avete solo una possibilità in canna: cercare subito A Discouraged Believer (il titolo suggerisce già a quale altra band fare riferimento). Senza se e senza ma, è l’esordio che non ti aspetti (o che dimentichi di aspettare, poco importa), quello che ti prende e ti sradica dal grigiore per innalzarti sul più romantico dei trionfi.
Le canzoni entrano con l’unico scopo di lasciare solchi profondi (il secondo ascolto sarà già determinante: calcificherà le sensazioni e darà una forma precisa a ciò che prima intuivamo), sedano, ipnotizzano e ti portano via. Non saprei descrivere meglio l’effetto di questi passi saldi e accurati, scanditi e liberi di fluire in pura sospensione sensoriale.
Echi Sostenuti e Ritmi Incessanti nella Title Track
Echi sostenuti e ritmi incessanti caratterizzano l’iniziale title track (il finale mi “sbottona” sistematicamente), mentre Thorns aumenta ulteriormente tensione e violenza. The Forsaken Earth è indescrivibile: un capolavoro maestoso e penetrante, impossibile non provare “qualcosa” di fronte a tanto lucido decadimento.
Le emozioni continuano con la traccia omonima. L’ultimo verso/refrain è poesia totale (menzione speciale al growl di Lars, instancabile generatore di potenza psicologica). Stowaway decanta epicamente sentimenti prima di concludersi in modo “angelico” e romantico (sì, è il termine che più si addice all’opera), con un omaggio delicato all’accenno di tastiera.
Con Resurrection il gruppo torna a premere moderatamente sull’acceleratore, e questo brano fa comprendere la bontà complessiva del disco. I Décembre Noir tengono alta l’attenzione anche quando intensità e profondità lasciano spazio ad altri registri. Lo stacco arriva con l’ultima Escape to the Sun, ennesimo tassello di un esordio che fa impallidire e ci lascia davvero orgogliosi.
Produzione che esalta chitarre ed elementi
Non si fossilizzano: sanno variare e concedersi accelerazioni senza snaturare l’esperienza, e vantano un growl straordinario (profondo, decadente, “perseverante”) che esprime emozioni potentissime. La produzione enfatizza e ingrossa al meglio chitarre e ogni altro elemento. Tutto vive per poi cantare di morte, la via migliore per combattere quel senso opprimente che stringe senza remore il petto.
A Discouraged Believer merita di diritto un posto tra le migliori uscite doom/death del 2014: perderselo sarebbe la beffarda tragedia finale.
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79%
Summary
F.D.A. Rekotz (2014)
Tracklist:
01. A Discouraged Believer
02. Thorns
03. The Forsaken Earth
04. Decembre Noir
05. Stowaway
06. Resurrection
07. Escape to the Sun