Celestiial – Where Life Springs Eternal

Celestiial – Where Life Springs Eternal: staticità e immersione nell’elemento acquatico

A quattro anni di distanza da Desolate North (fatta eccezione per uno split con i Blood of the Black Owl), tornano gli americani Celestiial con Where Life Springs Eternal. Un ritorno che non smuove di un centimetro il loro credo musicale, avvolto, come sempre, nella più stagnante staticità. Un ritorn che ci introduce a una sorta di concept legato all’acqua. Lo si poteva intuire fin da subito, dalla foto di copertina raffigurante una limpida cascata, e se ne ha conferma con il perenne rumore scrosciante della pioggia che accompagna l’intero album.

Va detto che i Celestiial sono da sempre una creatura per pochi. E’ facilissimo incappare nella noia di fronte alle loro suite monolitiche. Le variazioni sono poche e marginali; serve dunque la giusta predisposizione, la giusta voglia, e ovviamente il tempo per permettere alla musica di sbocciare con calma assoluta. Non siamo davanti a chissà quali composizioni incredibili o mirabolanti, ma i Celestiial imprimono un sentore, un fascino tutto particolare. Colpi accuratamente scanditi e scolpiti nelle vibrazioni del tempo.

Musica per pochi: la lentezza come scelta radicale

Spogliatevi di ogni umanità”: è questo, tra le righe, il messaggio che sembra volerci trasmettere questa release. Una sorta di trance che ben poche situazioni musicali – estreme o meno – riescono a evocare nello stesso modo. Una trance che non tutti, purtroppo, cercano, e che conduce spesso alle classiche risposte: “no, non mi piace” oppure “non riesco proprio a capirlo”.

Il rumore dell’acqua è anestetizzante, fondamento dell’opera, e conferisce a quella tranquillità di fondo una qualità piuttosto singolare. Le chitarre arrivano dilatate all’inverosimile, mentre un apparato dark ambient, distante ma persistente, rafforza l’atmosfera di fondo. Rumori naturali si amalgamano ad altri più opprimenti, fungendo da ideale cuscino per le lente digressioni della sei corde e per il lamento vocale. Un grido disperato e lacerante che rappresenta l’ulteriore tocco verso la realizzazione dei loro cupi fini (dosato e mai invadente).

Staticità e profondità vanno a braccetto, ed è tutto ciò che i Celestiial vogliono offrire. A mio parere, riescono nel loro intento; l’importante è avere ben chiaro cosa si vuole ascoltare e ottenere da un certo tipo di suono. Avventurarsi nelle due tracce principali (una di trenta e l’altra di sedici minuti, accompagnate da tre brevi intermezzi) non è impresa semplice nemmeno per chi mastica lentezza un giorno sì e l’altro pure. Forse là fuori c’è qualche altro pazzo disposto ad apprezzare un lavoro del genere, ed è solo per questa eventualità che quel voto “impalpabile” della recensione trova senso. Gli altri, invece, potrebbero anche pensare a voti impietosi, da 3 o 4, senza appello.

Riassunto

Bindrune Recordings (2010)

Tracklist:

01.Spell over Still Water
02.Great Storms Carry My Sadness
03.From Elm Blossoms a Rose
04.Offering in Cedar Smoke
05.Songbirds Depart Through the Passing Near the Garden

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