Physical dei Canker: ristampa audace per un fossile death metal da riscoprire
Di solito c’è ben poco di buono quando qualcosa diventa “troppo vecchia” come Physical dei Canker (ovvero quando oltrepassa certi limiti non scritti). Al punto da far sembrare “folle” persino il solo desiderio di ristamparla.
Alcune uscite sembrano quasi rigettate dalle stesse onde che determinano le “mode” del momento. Ma l’operazione “segreta” della spagnola Xtreem Music pare poggiare su basi più solide rispetto alle consuete logiche economiche di rito. La loro lente d’ingrandimento si sofferma volentieri sul passato discografico della propria nazione, lo analizza con cura prima di decidere la mossa successiva. Ed è così che ci riprovano (un parto “gemellare” assieme a quello dei Trascëndental): devono aver deciso che non era ancora abbastanza, che i ghiotti fossili da riesumare ci sono e che bisogna fare il possibile per valorizzarli, anche se l’enorme scritta rossa “off-limits” farà di tutto per impedirlo.
Ristampare un disco di questo tipo oggi significa, semplicemente, “coraggio”. Scheletri nascosti nel passato attendono la mano giusta che possa salvarli. Fra questi presenziavano – marciando – i Canker, formazione nata per emulare i propri idoli death metal nel corso degli anni Novanta (1990 la data di nascita, 1994 l’uscita del qui presente Physical, mentre nel 1997 è arrivato il secondo full Exquisites Tenderness, in qualità di canto del cigno), quando il tempo per crescere veniva ancora concesso.
Demo tossici e grezzi: il passato embrionale dei Canker
La ristampa di Physical è proposta in maniera ordinata (forse proprio per questo l’ho apprezzata maggiormente) in versione doppio CD. Nel primo troveremo nient’altro che il disco e i suoi tre quarti d’ora di “non-vita”. Ci vengono dunque risparmiate le classiche mosse per rimpinzarci di minuti fino a scoppiare. Nel secondo troveremo invece i due demo precedenti (Post Mortem del 1990 e Canker dell’anno successivo), una chicca per chi volesse scavare ulteriormente nel loro passato. Nei demo si trovano anche gli “stati embrionali” di alcune canzoni che finiranno poi nel primo disco. Inutile dire quanto siano grezzi, tossici e classici. L’omonimo avanza senza l’uso smodato della tanto amata cacofonia, mentre il più vecchio è chiassoso e “ruspante”, il tipico demo da umido scantinato.
Per tanti “reduci” basterà il nome di Tomas Skogsberg in fase di missaggio per correre subito al portafoglio e ai successivi ripari. La produzione, passata per le mani di Colin Richardson ai Sonoland Studio di Madrid, procurerà infatti diverse palpitazioni: un ribollente fiume in piena che da solo basta a saziare certi appetiti stuzzicanti quanto ammuffiti.
Il pane quotidiano del death metal: quando la paura era reale
Death, Possessed, Slayer, Sepultura, Massacre e Morbid Angel sono stati con molta probabilità l’unico pane quotidiano – e in qualche modo commestibile – di quegli anni. Anni passati duramente a provare in qualche angusto edificio la “musica del demonio”, tempi segnati da brividi reali, come reale era l’olezzo di paura che il genere si lasciava dietro. Paura che oggi viene sicuramente meno, ma questa “mancanza” non rovina affatto la festa. Il piacere di ascoltare un lavoro come Physical rimane e vive, soprattutto grazie a pezzi dannatamente efficaci, così puntuali in scia a quelle decise picconate, suonate con molta probabilità nel periodo di maggior entusiasmo e fertilità.
Non mi metto a stabilire un voto, perché l’uscita è esageratamente antologica, ma un tributo a questi ragazzi va comunque inscenato. Il disco non ha punti deboli, scorre e cola che è un piacere. Il growl è bello distante e malefico (ottimo sui refrain “sillabati”) e accresce un’atmosfera di fondo densa e pulsante. Una corazza death metal mista all’incedere marcio del thrash metal più diabolico di quegli anni (Opus Death è un pezzo davvero pregiatissimo), inarrestabile e inamovibile. Splendida la breve Big Shit (crollano impalcature sul refrain), così come l’omonima Canker, Dark Destiny o la lunga title track (quasi undici minuti di delirio).
Summary
Romilar D (1994), Xtreem Music (2014)
Tracklist:
Disc 1:
01. Intro
02. Inquisition
03. Opus Death
04. Obliteration
05. Big Shit
06. Canker
07. Dark Destiny
08. Torture
09. Physical
Disc 2:
01. Evil Attack [Demo ’91]
02. Torture [Demo ’91]
03. Opus Death [Demo ’91]
04. Hardcore [Demo ’91]
05. Physical [Demo ’91]
06. In My Brain [Demo ’90]
07. To Die [Demo ’90]
08. Torture [Demo ’90]
09. Hardcore [Demo ’90]
10. Evil Attack [Demo ’90]
11. Physical [Demo ’90]