Arvakh – Art. 1 – La Haine par dessus Tout

Arvakh – Art. 1 – La Haine par dessus Tout: follia francese in chiave black metal

Intrigante e particolare la proposta offertaci dai francesi Arvakh. Formazione “nuova” (in precedenza solo un demo datato 2006) giunta nel 2011 al suo primo full-length – forse troppo corto, ma comunque denso – intitolato Art. 1 – La Haine par dessus Tout.

A balzare subito all’orecchio è il coraggio espresso. La band si mostra volenterosa e cerca di proporre qualcosa di nuovo, o quantomeno atipico, nel panorama black metal. Gli esperti del settore non impiegheranno molti secondi a intuire la nazionalità del gruppo (anche al netto dell’ottimo e acido scream nella loro madrelingua). Gli Arvakh restano infatti fedeli a certe tradizioni, e un manto di follia avvolge interamente le loro malefatte. Queste sono così depravate e malsane da sorprendere quando si entra in contatto con un certo – seppur vago – tocco avantgarde. Nei quattro lunghi brani, sviluppati in modo circolare e angosciante, emergono bestialità e un non so che di “alternativo”.

Songwriting intenso e atmosfere diaboliche

Art. 1 – La Haine par dessus Tout si presenta da subito ispirato. Si percepisce distintamente l’intenso lavoro svolto in fase di songwriting. Una volta superato lo scoglio della convenzionalità, il gruppo non dimentica di inondare la materia con sibilanti dosi di devastazione diabolica. Il risultato è forse ancora da rifinire, ma si colloca già su livelli superiori alla media. Questo, per ora, basta e avanza per godersi una putrida mezz’ora di folle, eclettico ed elitario black metal.

La mia traccia preferita resta la title track iniziale, dove violenza e bestialità coabitano da protagoniste. Da segnalare anche la presenza di freddi e pestilenziali rallentamenti, sorretti da fugaci tastiere: l’atmosfera ne guadagna, diventando ancor più macabra rispetto a certi standard di normalità.

Con Inversion des Valeurs proseguono al meglio le indomite sozzerie, arricchite da diavolerie “cibernetiche” tutt’altro che fuori luogo. La Croupe de Nemesis colpisce subito grazie al riff iniziale, che omaggia i Darkthrone più lerci, e alle ottime variazioni melodiche che emergono dalla metà in poi. La conclusiva D’un Cycle l’Autre stringe drasticamente l’ascoltatore nell’ultima asettica morsa: si parte con lentezza e si giunge gradualmente a ritmi più decisi (eccellenti le variopinte declamazioni del cantante Mz.).

Sempre ottima la Le Crépuscule Du Soir Productions (per sempre grazie per ciò che ha saputo donarci), che ancora una volta dimostra di saperci vedere lungo. L’acquisto di Art. 1 – La Haine par dessus Tout è senz’altro consigliato, senza troppe paure o ripensamenti di sorta. Se le canzoni mediamente lunghe non vi affaticano, e se siete avvezzi a suoni depravati ma pur sempre “contenuti”, allora fateci pure più di un semplice pensierino.

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Riassunto

Le Crépuscule du Soir Productions (2011)

Tracklist:

01. La haine par dessus tout
02. Inversion des valeurs
03. La croupe de Nemesis
04. D’un cycle l’autre

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