Zmarłym – Wielkie zanikanie

Zmarłym – Wielkie Zanikanie: Quando il black metal eclettico corrode l’anima

Alla sola vista della copertina, qualcosa è scattato. Per Wielkie zanikanie si può parlare di decisione di ascolto basata sull’istinto e null’altro, qualcosa che ti manovra inconsciamente e che poi ti lascia inebetito davanti al muro sonoro appena scovato. Questa seconda opera dei polacchi Zmarłym ha molto da dare, e lo fa con un magnetismo sottile e calibrato, con note intente a muoversi tra freddo, sapienza e vibrante carnalità.

C’è tensione costante a scorrere, un’energia che ti perfora senza chiedere mai il permesso. È come se la band avesse scolpito ogni nota con precisione chirurgica, ma lasciando sempre un margine di caos, di vibrazione incontrollata ad operare sullo sfondo.

Per quanto mi riguarda è impossibile restare indifferenti o “non affascinati”. Ogni traccia è un’onda d’urto pronta ad investirti e destabilizzarti (poco importa se si applica la pura velocità o meno, il tutto è sempre molto “centrato” e vincente). E alla fine, non puoi far altro che arrenderti. Perché l’ascolto di Wielkie Zanikanie fa peso e ti conquista con astuta e nociva autorità. E’ un organismo vivo, nervoso, che si contorce e sa come cambiare la sua pelle con mestiere.

Post, Avantgarde ed Elettronica e un caos sempre calibrato

I Zmarłym non cercano di stupire con effetti speciali o con assurde trovate sceniche. Il loro approccio è diretto, viscerale e soprattutto mai scontato (ho pensato spesso a ciò che sono divenuti nel tempo i Mayhem). Il black metal che propongono attinge a certe dinamiche post e avantgarde, e si, adopera pure a dovere l’elettronica quando serve, ma non perde mai quel carattere selvatico e ruvido tipico dell’Est Europa. Sensazioni di cemento freddo, grigie pioggie e di periferie interiori dominano l’insieme e si andrà a salire di confidenza sulla base di quanti nuovi ascolti andremo a concedere.

La voce assale con un magnetismo inquieto, come se sapesse esattamente dove e quando colpire. È perfettamente consapevole del proprio peso e si muove con precisione chirurgica tra teatralità tagliente e attacchi ferali, senza mai scivolare nell’urlo gratuito. Non si andrà mai a gridare senza senso per riempire il vuoto, ma si cercherà sempre di interpretare e di incidere con la dovuta ossessione. In tal modo, ogni parola viene scolpita e declamata con cura, un colpo inferto con lucidità, sospeso perennemente tra saccenza e ferocia.

Nove i brani, e i Zmarłym non ne sbagliano neppure uno. Impossibile non finire invischiati, intrappolati come topi dentro i fili tesi con accortezza dalle chitarre. Il loro lavoro è davvero sublime e dimostra una qualità lampante per tutta la durata della partita.

Non posso che elogiare e spingervi verso l’ascolto di questo Wielkie zanikanie. Si tratta di un lavoro impavido e volenteroso di sfidare alcune dinamiche legate al black metal. L’identità non viene mai persa e l’intensità fredda, tagliente e magnetica comincerà presto la sua particolare opera di erosione.

77%

Summary

Godz ov War Productions (2025)

Tracklist:

01. Miejsca
02. Sny O Lataniu
03. Idziemy W Mgłę
04. Ludzie Schronu (2034)
05. Bunt Maszyn
06. A Good Day
07. Plamy I
08. Plamy II
09. Wielkie Zanikanie

Commenta