Westering – Help A Body: Un esordio che lascia un suo segno
Help A Body degli Westering ha fatto scattare il colpo di fulmine. Ho ascoltato e “consumato” il disco fin dalla sua uscita, restandone ad ogni ascolto sempre più entusiasta (un doveroso ringraziamento alla Paradigms Recordings). L’album si presenta in edizione limitata (500 copie) su un atipico cartoncino gatefold, tanto semplice quanto bello a vedersi, proprio come l’aspetto musicale.
A volte mi piace prendermi del tempo, capire meglio se l’entusiasmo è passeggero oppure di reale spessore. Con piacere ho potuto constatare che il valore di quest’opera non è calato minimamente sulla distanza. Questo esordio discografico, oltre ad essere una delle migliori prime prove degli ultimi tempi, è anche, secondo il mio modesto parere, una delle migliori uscite di tutto il 2010. È un lavoro da non tralasciare se si è quotidianamente immersi nel black metal più freddo, atmosferico e astratto.
Ogni nota di Help A Body contiene consapevole tristezza e grigiore, colori e sensazioni opache che risalgono continuamente a galla senza mollare un solo attimo l’ascoltatore. Sarà come transitare o sostare per diverso tempo nel sottopassaggio/corridoio di copertina, fra oscurità e inquietanti luci al neon a intermittenza.
Produzione caotica, emozioni fluttuanti
Il tempo sembra fermarsi grazie a una produzione volutamente confusionaria e caotica. Sensazione opposta alla musica che inevitabilmente soggioga con le sue armonie “spensierate” ma stranamente confortevoli. Lo scream è lacerante quanto l’azione di un potente acido. Mentre le tastiere svolgono un ruolo determinante, soprattutto quando vanno a fondersi magistralmente con le chitarre (un impalpabile pastone sonoro).
Composizioni apparentemente banali che sfociano lentamente in una ricerca melodica di bellezza non comune. Per trovare il proprio habitat in questo tunnel è sufficiente la prima traccia in scaletta, We Buried Him Preciously, ammaliante e fredda quanto una superficie metallica. Bastano solo i primi secondi per sancire se Help A Body sarà adatto a noi o meno. In caso di responso positivo, si potranno affrontare con pazienza i passaggi successivi. Far gocciolare a ripetizione il breve dark ambient di Only Forever, l’apripista ideale per quel capolavoro che porta il nome di My Naked Hands, dove confusione e melodia trovano l’esatto e ideale punto d’incontro.
Ma non saranno nemmeno da trascurare la caoticissima An Old Confusion. La contundente I Soon Will Be Myself Again (evocatrice di vecchi o distanti ricordi), Gestures In The Dark con la sua abbondante dose di claustrofobia, o la conclusiva White Haired. Ogni frangente assume lentamente una condizione di primaria importanza, tasselli che arrivano a chiamarsi vicendevolmente prima di formare il tanto agognato quadro completo.
Una dose di malinconica depressione
Sto ancora cercando una definizione idonea a questo prodotto. Stringendo, l’unica che mi balza in mente è anche la più semplice (e molte volte quella che ci indovina): “black metal melodico”. E lo dico con la consapevolezza di non potervi esattamente far immaginare cosa Help A Body effettivamente sia. Se non una dose di pura e malinconica depressione.
Se volete fidarvi, o se volete (di)struggervi attraverso l’uso della sostanza musicale idonea, i Westering si sono spianati la strada con un tonfo sordo impossibile da trascurare.
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77%
Summary
Paradigms Recordings (2010)
Tracklist:
01. We Buried Him Preciously
02. Only Forever
03. My Naked Hands
04. To Lurch and Fail
05. An Old Confusion
06. I Soon Will Be Myself Again
07. Gestures in the Dark
08. Vestiges
09. White Haired