Vuyvr, ovvero quando la nefandezza si intuisce già dal mattino
In questo caso, dalla splendida copertina che apre scenari di rara, quanto desolante, bellezza retrò. Passare da lì alla musica composta dai Vuyvr diventa un gesto estremamente naturale – quasi automatico, oserei dire – tanto che in breve tempo ci ritroviamo immersi in un tourbillon strano e avvincente.
Malsano e criptico, questo esordio dalla Svizzera. Marcio e rude come da tradizione black metal, ma in qualche modo – e nonostante tutto – al passo coi tempi, tempi che richiedono sempre “quel qualcosa in più”, magari anche di diverso. In molti potrebbero scorgere significati che forse non ci sono fino in fondo. Eiskalt, stringendo, si rivela tanto classico da emanare un acre olezzo mortifero.
È vero, ci sono soluzioni vagamente diverse dal solito contesto black metal (suggestioni “alternative” con un vago sentore industriale che possono ricordare gli ultimi Abigor o i folli Dødheimsgard), ma il fine ultimo si intuisce da subito. E i Vuyvr sanno inserire nel marasma sonoro i riff giusti: quelli che trasformano una buona opera in un’ottima, quelli che ti fanno ricordare un disco tra tanti (in questo gioco, devo dire, si unisce anche l’artwork), soprattutto per ciò che sa sprigionare e quindi trasmettere, più che per singoli brani (un esempio? Ascoltate Betrayers of the North).
Un disco ruvido e sincero che sa colpire dove serve
Lo screaming è abrasivo, nel suo spargere odio innato. Si intuisce immediatamente quanto viscerale sia la prestazione. Basta un ascolto alla rasoiata iniziale di Hoch per rimanere in rispettoso silenzio per il resto del disco. La produzione è di quelle decisive: riesce a dipingere con pennellate di sano, misantropico grezzume, quanto a evocare un certo feeling “da cantina”. È come vedere confluire due anime, in parte simili, ma profondamente diverse.
Quanto più si ascolta Eiskalt, tanto più lo si comprende. I brani richiedono un’attenzione insistente, sebbene siano tutti piuttosto diretti (fa eccezione solo la conclusiva The Wyvern, canzone capace di recitare un ruolo da protagonista, ma “per i fatti suoi”), spartani ma d’impatto. La tormenta sonora che è Disfigured by Hatred ne è forse l’esempio più lampante.
Ma c’è un elemento che fa davvero ben sperare, qualcosa che i Vuyvr tengono ben acceso. Quella fiammella che alimenta lo spirito primordiale, la capacità di organizzarne il caos e incanalarlo con successo in questi chiassosi tempi moderni.
Un pizzico di rabbia qui, un bel raffreddamento là, ed eccoti sputato fuori un disco decoroso e dotato di un’anima tutta sua. È difficile spiegare a parole quella sensazione di personalità dove apparentemente non ce ne dovrebbe essere. Forse alla fine equivale a dire poco, ma di certo Eiskalt riesce nell’intento di smuovere. E oggi, con certi approcci, non è affatto scontato.
Dannato feeling. Grazie ancora, black metal.
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70%
Riassunto
Throatruiner Records (2013)
Tracklist:
01. Hoch
02. Betrayers Of The North
03. War Of 100 000 Centuries
04. Disfigured By Hatred
05. Idolatry
06. Slaves
07. Dead Trees Are Wandering At Night
08. Weapons Made For Grace
09. The Wyvern