Nesseria – Fractures
Fractures è il nuovo album dei francesi Nesseria (il secondo), il suddetto è così bello e spiazzante che ho dovuto incoronarlo forzatamente come “hot noize”, giusto per non dover andare contro la mia coscienza e anche per preservare le possibili ire del caso se così non fosse stato (il discorso di un pazzo lo so, ma qui dentro ci calza davvero bene). Il disco provoca la medesima sensazione di quando ci ritroviamo vittime designate nel ruolo di “ignari bersagli”, lambiti continuamente da misteriosi colpi, non riusciremo a capire da dove essi provengano, ne tantomeno dove vogliono andare a terminare (ma poi eravamo veramente noi i bersagli?), la situazione è pressapoco questa. Ma è bello così, ve lo posso assicurare. Non capita poi tanto spesso di incontrare un lavoro di questo genere, roba che ti fotte il cervello grazie al remissivo tentativo di non cercare mai chiari appigli. E’ una mistura di generi che si “deforma” senza sosta, e tante volte si tira in ballo tale “zuppa” ma mai come in questo caso il risultato arriva ad apparire così efficace, veramente completo. Si raggiunge una combustione tale che ogni pensiero vola letteralmente via, quasi inermi e senza forze ci affideremo completamente al trasporto di una tracklist intensa e famelica, mai doma nel cercare quel contatto “nervoso” e totalizzante. Brillante il sound per come riesce ad acchiapparti (cupa invece la risoluzione generale), mentre sono voraci quelle chitarre mai bloccate lì nel domandarsi quale strada bisognerà intraprendere (e credetemi che il rischio era veramente elevato), agiscono e basta, con un tumultuoso fare che nulla omette e nulla risparmia.
Carne viva e nervi scoperti, poi 37 minuti d’annegamento, come rimanere costantemente aggrappati ad un limite, stupiti che tutto sia così efficace e che passi in modo altrettanto veloce. Post hardcore, sludge, black metal e chi più ne ha più ne metta, ma dimenticate presto gli animi più “schizzati” che tale riunione di generi potrebbe in realtà creare, i Nesseria sono puro “controllo”, tengono il baricentro sempre in linea e non sprofondano mai, addensano, amalgamano ma mai perdono di vista l’atmosfera principale, la confusione non viene proprio mai mai lontanamente accennata. Fractures arriverà presto ad imporsi (inevitabile sfuggirli), melodico ma imponente, sofferto ma vario, rotondo e lineare nel sound ma con canzoni che non danno mai un senso preciso di durata. L’opposto della “scontatezza” è qui sviscerato e lasciato libero d’agire indisturbato.
Ogni canzone è meravigliosa a modo suo, studiate per colpire e poi aprirsi, un completo rilascio delle negatività e delle sue componenti. Farei non poca fatica nel cercare di spiegarvi altro nello specifico, se Fractures vi azionerà positivamente allora forse potrete capire quella straniante sensazione che mi acchiappa ogni qual volta lo faccio ripartire. Cado in trance tutte le volte che ripenso a questo disco, a come è costruito e a come finisce (la strumentale Omayra), ed è più forte di me, a volte penso davvero di come certe cose siano davvero predestinate.
Non perdetevi quest’assoluto pezzo forte degli ultimi tempi, non importa se siete dentro al genere (si quale?!) o meno, la grande musica va sempre premiata e certe barriere spezzate al momento giusto, il posto giusto potrebbe essere Fractures? io ci spero.
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80%
Summary
Throatruiner Records, Trendkill Recordings (2014)
01. Des rues ordinaires
02. Le malheur des autres
03. Leurs histoires
04. Cent mille fois par jour
05. Fractures
06. L’incendie
07. Cette somme de problèmes
08. Civitas
09. Ceux qui restent
10. Omayra