Valdur – Raven God Amongst Us

Valdur: Recensione di Raven God Amongst Us – Il black metal norvegese made in USA?

I Valdur, band statunitense, giungono con Raven God Amongst Us al loro secondo album, a circa tre anni dal debutto omonimo. Ascoltando la loro musica (o almeno quella contenuta in questo disco), la loro provenienza geografica è decisamente fuorviante. Se non l’avessi saputa in anticipo, infatti, avrei indirizzato le mie “sonde” verso i paesi nordici o dell’Est europeo. In questo secondo full-length, nulla rimanda minimamente alla loro terra d’origine. E’ incredibile come riescano a proporre un black metal norvegese, ricreandone perfettamente le atmosfere in ogni aspetto.

Nonostante il voto finale, Raven God Amongst Us è un lavoro che consiglio di ascoltare e collezionare. Non siamo ancora di fronte a una nuova stella, ma i Valdur si dimostrano gelosi custodi di un’ottima musica emozionale. Le emozioni più forti risiedono altrove, certo, ma si percepisce una costante solidità per tutta la durata dell’album, che scorre via piacevolmente, senza particolari intoppi.

Tra Enslaved e Emperor: Le Influenze dei Valdur

In poco più di mezz’ora, a dominare è un’atmosfera gelida che vede nei primi Enslaved la sua influenza primaria. Ma in brevi passaggi (come fiammate improvvise) emergono anche richiami a Emperor, Taake, Immortal e Borknagar, a consolidare la “nuova bandiera” acquisita sul loro passaporto musicale.

La produzione è cristallina e pura, e fa risaltare splendidamente il lavoro delle chitarre, vero e proprio elemento trainante di tutto Raven God Amongst Us. Il ruggito del cantante, profondo, misterioso e ricco di eco, si prodiga al meglio per la riuscita di ogni piccolo frangente.

Ho ascoltato e riascoltato il disco e la noia non ha mai fatto veramente capolino. Questo fattore, indubbiamente positivo, non ha però allontanato quella sensazione “di poco peso” che si avverte una volta riposte le armi. Tutto bello, ma non così favoloso da restare impresso a lungo. Sarà proprio questo a determinare il voto di sufficienza, che del resto è una valutazione giusta per un lavoro che non faticherà comunque a farsi apprezzare. Due canzoni in particolare meriterebbero di essere messe sotto i riflettori: Great Abyss Unfold e Med Fjell I Horisonten, con la sua carica di fredda e austera epicità.

Esploratori di qualsiasi diramazione black metal, drizzate le antenne se siete alla ricerca di quella particolare unione tra corrente epica e classica: i Valdur vi daranno certamente qualche buono spunto a riguardo.

  • 60%
    - 60%
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Summary

Bloody Mountain Records (2010)

Tracklist:

01. Intro
02. Wound Fires in the Afterlife
03. Great Abyss Unfold
04. Gravlagt I Morkets Natt!
05. Med Fjell I Horisonten
06. Berserrker
07. Past of Wolves
08. Vicious Existence
09. Creation

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