Temptress – Catch the Endless Dawn

Temptress – Catch the Endless Dawn: heavy metal sincero e sognante

Temptress prendono vita nel ventre metallico dell’Italia, nati nel 2018 da musicisti veterani dell’underground siciliano: M. Dee (voce e batteria), membro storico dei Bunker 66, F. Blade (chitarra), anch’egli attivo nel sottobosco della scena metal locale, e D. Reemer (basso), che ha militato in formazioni come Gargoyle e Boia.

Con alle spalle anni di esperienza in contesti affini ma distanti, i tre fondono le loro visioni in un progetto comune: risvegliare le melodie più malinconiche e sognanti del metal classico anni ’80. È così che prende forma Catch the Endless Dawn, un debutto intriso di atmosfera, passione e autenticità.

Il loro sound ha un taglio malinconico e riflessivo, perfetto per far breccia tra gli appassionati del metal classico che cercano qualcosa di più profondo rispetto ai soliti grandi nomi. Le melodie sono vincenti e ben costruite, spesso leggere e atmosferiche, mentre i ritornelli appaiono sempre funzionali e si lavorano per bene l’ascoltatore per tutta la durata dell’album (bisogna ammettere che restano bene impressi e danno molta identità ai brani). L’approccio giocoforza è sincero, non ci troviamo dentro un prodotto ricco di forzature o pose da copertina.

Emozione prima dell’impatto: l’anima riflessiva della band

I Temptress svolgono il loro lavoro con discrezione, senza mai risultare forzati. La cura e la passione per il genere emergono sempre, con maggiore chiarezza durante i momenti più lenti e introspettivi. Il risultato è un disco ben costruito, abile nel privilegiare l’emozione rispetto all’impatto.

Quando Beneath the Waves of Fantasia – Breathe the Dust of Time fa irruzione le vibrazioni ricordano subito i primissimi Helloween. Ma i Temptress non inseguono potenza o velocità: preferiscono sfumare i contorni, muovendosi in direzioni più evocative e sognanti. Inevitabile pensare, qua e là, a Iron Maiden, Stormwitch, Judas Priest e Dio, ma la band siciliana rielabora tutto con spiccato spirito.

La cavalcata Dream Metal è il manifesto ideale dell’intero disco: un pezzo che riassume perfettamente ciò che si andrà a respirare qui dentro. Le linee vocali colpiscono per la loro autenticità nostalgica. Diciamo che sono ben lontane dalle classiche “ugole d’acciaio”, perfette e laccate, che spesso dominano il genere (tutto cuore e poco “manuale”).

Woman of the Dark penso sia oggettivamente il pezzo più pregiato del lotto. La strofa tira che è un piacere e il refrain è davvero ciò che si dice: “tanta roba”. Siamo di fronte a quel tipo di canzone capace di richiamare sotto al palco anche i più distratti: un classico istantaneo, carico di energia e immediatezza.

Gemme nascoste e magie metalliche: la seconda metà di Catch the Endless Dawn

Una title track solida e ben ritmata apre la strada a una seconda parte del disco che snocciola, una dopo l’altra, gemme diverse ma tutte affascinanti: l’intrigante e magica Awake the Enchanter, il colpo diretto e trascinante Fears like Towers, la strumentale Nightflight over Dreamland – autentico tributo ai primi Maiden – e una She’s Cold elegante e appassionata, con un ritornello che semplicemente non ti molla.

Catch the Endless Dawn è un lavoro che mette nel piatto tanta sincerità. Le mode scorrono da altre parti, qui abbiamo solo una visuale schietta che non vuole piegarsi alle convenzioni. I Temptress prendono il meglio della tradizione e lo reinterpretano a modo loro, con gusto, cuore e – perché no – un pizzico di magia.

Se siete alla ricerca di un album capace di coniugare epicità e introspezione, oscurità e brillantezza, melodia e aggressività, Catch the Endless Dawn rappresenta una proposta da tenere in considerazione.

70%

Summary

Dying Victims Productions (2025)

Tracklist:

01. Beneath the Waves of Fantasia – Breathe the Dust of Time
02. Dream Metal
03. Woman of the Dark
04. Catch the Endless Dawn
05. Awake the Enchanter
06. Fears Like Towers
07. Nightflight over Dreamland
08. She’s Cold

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