Strong Addiction – Anesthesia

Strong Addiction – Anesthesia: ruvidi, eleganti ma anche irresistibilmente nordici

Spudorato uso di una melodia massiccia, accattivante e di “buon costume”, abile nel tirare fuori artigli bastardi quando la situazione lo richiede. Pungono e ammaliano i finlandesi Strong Addiction. La loro musica potremmo definirla come una sorta di “alternative rock/metal stradaiolo”, una tavolozza composta da pochi colori, ma tutti scelti con decisione fin dall’inizio.

I brani degli Strong Addiction aggrediscono, fanno della ruvidità il loro credo, ma soprattutto conoscono il significato della parola eleganza. I Nostri si presentano come una sorta di viandanti musicali, pronti a catturare con avida accuratezza ogni influenza incontrata lungo il cammino. Suonano in modo diretto: con loro è inutile, se non controproducente, aspettare. I frutti – se ci saranno – nascono subito succosi, logicamente maturi, pieni di quel gusto tagliente che li contraddistingue sin dall’inizio. Solo a tratti forniscono sensazioni pienamente nordiche (i refrain di Crucify e Trauma, più qualche spunto sulla title track), con strutture che finisci per aspettarti una volta conosciuta la loro provenienza.

Impalcature vigorose e malinconie rassicuranti

Musica variegata, opera a metà strada tra il rude spirito rock (alcune canzoni mi hanno persino riportato alla mente le vigorose impalcature degli Ugly Kid Joe) e spruzzate di voluttuosa ed energica melodia goth, tipica del Nord Europa. Possiamo girarle e rigirarle, le dieci canzoni presenti su Anesthesia: di brutte non ne troveremo. Il disco è positivamente “austero”, con una linearità ben definita. Tuttavia, alcuni brani riescono a spiccare (immagino che la scelta possa variare da ascoltatore ad ascoltatore). Nel mio caso sono la trascinante Losing It All, l’impervia e sporca digressione di Drag You to Hell, e l’ultima Trauma (malinconia rassicurante).

Anesthesia uscì originariamente nel 2014 grazie ai soli sforzi della band. Fortunatamente, la Inverse Records ha deciso di dare lustro all’album nel corso del 2015, per la gioia di chi desidera ascoltare un buon disco capace di essere melodico, ma anche pungente.

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Summary

Autoproduzione 2014, Inverse Records (2015)

Tracklist:

01. Fix me
02. Losing it all
03. Red sun
04. Crucify
05. Empire of lies
06. Sense and sensibility
07. Horns
08. Drag you to Hell
09. Anesthesia
10. Trauma

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