Un’esplosione lenta e inesorabile: Quiescence è il primo sussulto dei Shores of Null
Certe volte il fiuto vale più di mille pensieri o parole. Certe volte vieni travolto da una convinzione, sempre più rara da provare. È proprio questa sensazione ad avermi colto dopo l’incontro con gli italiani Shores of Null, un approccio nato con la traccia Quiescent, tratta dal loro album Quiescence. L’hype è salito immediatamente a livelli altissimi, limpido e chiaro, come se mi trovassi di fronte a una band di veterani, eppure questo è “solo” l’esordio.
A confermare la qualità c’era anche la presenza della Candlelight Records, etichetta dal gusto preciso e ricercato, che si muove con discrezione ma competenza nel panorama metal. Sapere che tutto era al posto giusto, unito all’ascolto di Quiescent come antipasto, ha generato un’attesa spasmodica e un’enorme curiosità. Ormai non serve aggiungere altro: il voto e la posizione dell’album parlano da soli. Posso concludere questa prima parte della recensione affermando – anzi, blindando – che Quiescence è un disco di assoluto valore. E lo è ancora oggi, convalidato dal “test del tempo”: ogni ascolto rievoca la stessa, folgorante emozione del primo.
Lentezza e profondità: le fondamenta del sound
“È facile seguirli, ma non è così semplice etichettarli.” Potrebbe essere questo uno slogan introduttivo ai Shores of Null. Il loro è un mondo costruito sulla lentezza, su un passaggio quieto, attraversato da melodie ciondolanti. È doom metal, sì, ma solo fino a un certo punto. Perché dentro ci sono sfumature estreme e sempre raffinate, una componente eterea, una dimensione rialzata che ti strappa dalla realtà.
Quiescence è costruito dai Shores of Null con tatto e sapienza. Le canzoni sorprendono costantemente, regalando momenti che sembrano déjà-vu, pensieri apparenti pronti a solidificarsi come echi lontani. Questi frammenti sono disseminati con cura lungo la tracklist, pronti a invadere il corpo dall’interno. Niente violenza, solo una resa sottile, forse ancor più letale: la rassegnazione.
Eppure, questa rassegnazione può nutrire e dissetare. Ma richiede predisposizione. Bisogna essere pronti, perché il loro stile può risultare “nocivo” a orecchie non allenate. I Shores of Null costruiscono strutture una dopo l’altra, nove brani (escludendo l’intro) che ci tengono sospesi in un limbo di mezzi tempi solo apparentemente soporiferi.
Le chitarre cullano, raffinate e affascinanti. Le linee vocali di Davide Straccione sembrano uscite da un manuale su come non risultare mai banali. Una prestazione vocalmente “dismessa” ma magnetica, con un timbro etereo e distaccato, rotto solo dai momenti più rudi.
I brani: viaggio in nove tappe
Kings of Null apre le danze con una band perfettamente oliata, consapevole del proprio potere. Souls of the Abyss alterna immobilità e trasporto, guidata da una melodia cristallina.
Ruins Alive e Quiescent sono l’essenza dell’album: trasporto e tormento che si trasformano in godimento. Provate a dimenticare il refrain della prima o la strofa della seconda…
The Heap of Meaning apre squarci di bellezza, un trionfo collettivo di tutti gli elementi della band.
Time Is a Waste Land dimostra la loro versatilità, la capacità di evadere dai confini del genere. E quel finale? C’è davvero chi non sente la mancanza dei Novembre?
Pain Masquerade è la più espressiva: un’interpretazione camaleontica che sfocia in un lirismo à la Alice In Chains.
Eudaemonia conclude l’album con intensità, una pillola di trasporto vacuo che colpisce all’improvviso. “Slow down, rise up”… e il viaggio finisce.
Un esordio così è davvero eclatante. Forse è meglio non pensarci troppo, perché ci si aspetta sempre un percorso progressivo. Riusciranno i Shores of Null ad ampliare questa magia, o resteranno vittime della maledizione della “prima vetta”? La sfida è già aperta.
Nel frattempo, posso dire senza esitazione che Quiescence è una delle migliori uscite metal italiane degli ultimi anni. E non solo italiane.
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82%
Riassunto
Candlelight Records (2014)
Tracklist:
01.01_0x0000
02.Kings of Null
03.Souls of the Abyss
04.Night Will Come
05.Ruins Alive
06.Quiescent
07.The Heap of Meaning
08.Time is a Waste Land
09.Pain Masquerade
10.Eudaemonia