SaturninE, potenza occulta e viscerale nel loro Mors Vocat
Il progetto SaturninE non si è lasciato scalfire da qualche vicissitudine in line-up dopo il primo demo omonimo (2012), all’epoca elogiato persino da Mr. Fenriz. Nell’ombra ha continuato a covare silenzioso per anni, arrivando a noi – solo nel 2015 – sulla via di una completa e decisa maturazione.
Un percorso che ha richiesto tempo e cura: prima svezzato, poi cullato pazientemente, perché solo attraverso una gestazione accurata il risultato poteva assumere la forma tanto desiderata. Impossibile non percepire – o negare – la presenza di forze occulte a motivare ogni respiro di Mors Vocat. Sono ambizioni che agiscono nell’ombra, lontano da quei riflettori pronti sempre a giudicare, come fari puntati o occhi inquieti emersi dal buio.
Realizzarlo non è stato certo facile. Se esiste ancora giustizia, Mors Vocat riceverà il riconoscimento che merita, infrangendo pregiudizi e schivando i soliti “casi mediatici” pronti a distorcere.
Suoni Fulminanti tra Ragnatele del Passato e Rabbia Contemporanea
E che sensazione meravigliosa, quella che nasce dall’ascolto di questi quaranta minuti scarsi. Acidi, fulminanti, tetri e agghiaccianti. Energie rinnovate espresse con fierezza, idee sempre vive, concepite con sofferenza in qualche laboratorio dimenticato. Si avverte il passato – le ragnatele sonore sono presenti ovunque – ma è altrettanto chiaro che questo è un suono contemporaneo. Di rabbia, sfogo e frustrazione vissuti in presa diretta. Iniezioni di vitalità, intraprendenza e un disagio giovane e sincero.
Il rituale assume le sembianze classiche del doom/sludge, ma è nell’asse di propagazione che emerge qualcosa di ruvido, mortifero, abrasivo. Il progetto SaturninE guarda alla storia musicale italiana ma ha già un piede oltre quel confine che separa l’imitazione dall’identità.
Impressionanti le vocals dell’allora Laura: laceranti, corrotte, visceralmente “putride”, corde vocali felicemente compromesse. Perfettamente adagiate su riff catacombali, violenti e psichedelici. Mors Vocat conquista, costruisce con pazienza, senza fretta ma neppure così lento da opprimere: regna l’urgenza, un’energia strutturale, una danza viscerale di serpenti.
Il disco parte forte con il trittico Moloch, Fangs in the Flesh e Crimson Sand (quest’ultima rappresenta probabilmente il picco), ma le restanti tracce mantengono salda la qualità. Bones and Regrets, in particolare, cresce col tempo e rafforza la compattezza dell’opera. Mors Vocat avanza così con sicurezza, senza mai inciampare.
Ah, e a proposito: loro sono LE SaturninE. Una band italiana tutta al femminile. E si sa, quando il clamore tace, spesso la sostanza parla più forte.
-
72%
Riassunto
Terror from Hell Records (2015)
Tracklist:
01.Mors Vocat
02.Moloch
03.Fangs in the Flesh
04.Crimson Sand
05.Empire of Guilt
06.Bones and Regrets
07.Escape from Reality