Exordium Mors – The Apotheosis of Death: epicità e devastazione senza ritorno
Violenza, rabbia e devastazione: è questo il biglietto da visita degli Exordium Mors. Il loro barbaro razziare raggiunge, in questo 2014, il primo vero, definitivo e corposo banchetto. È finalmente giunto il momento di fermarsi, voltarsi indietro e osservare il percorso fin qui calpestato con tenacia. È tempo di tirare le prime somme e condensare idee, focalizzarle, renderle concrete. Il passo tra l’intuizione e la sua affermazione è breve – direi immediato – soprattutto per una band come la loro, che vuole tutto e subito se lo prende.
Cinquantacinque minuti che non pesano come si potrebbe temere (anche se la percezione varia inevitabilmente da ascoltatore ad ascoltatore), nonostante affiori talvolta una sensazione di appiattimento. Eppure, la band neozelandese è abile nell’esibire la propria furia, rinnovandola brano dopo brano. Al di là della struttura spartana e diretta, riescono a mantenere l’album su un piano sonoro coeso, compatto e devastante.
Un viaggio senza tregua
Ogni tentativo di fuga sarà vano una volta varcato il portale di questa roccaforte sonora. E dev’essere chiaro fin da subito: scegliere un disco, spesso, significa scegliere un preciso stato d’animo. Ed è proprio lì che si gioca l’effetto di The Apotheosis of Death. Sarete in grado di nutrirvi costantemente della sua energia? Oppure vi consumerete sotto il suo peso, minuto dopo minuto? Il confine tra queste due reazioni è labile, e il “de-merito” è proprio loro. Ma è anche ciò che rende necessario esserci, rimanere, affrontare l’ascolto con partecipazione. Altrimenti, si rischia solo di sprecare tempo.
Scrivo e penso, penso e scrivo, ma ancora non riesco a decidere quale valore attribuire a The Apotheosis of Death. La base è sicuramente oltre la sufficienza; il vero dilemma emerge quando si cerca di stabilire quanto oltre. Non voglio ridurlo a un “buon disco” e basta. Qui c’è qualcosa di più, qualcosa che pulsa, che traspare in modo netto e univoco.
L’epicità si sposa con brutalità e prepotenza, un incedere scolpito nel sangue primordiale, dove il black metal più blasfemo incontra il thrash più grezzo (Deströyer 666 e Impiety sono riferimenti ineludibili). L’ampolla esplode in colori accesi, schizzi ovunque. Chitarre furenti, una batteria “cimmera”, e uno scream velenoso, come se fosse rimasto a digiuno per anni. I rari momenti puramente strumentali permettono di cogliere al meglio la furia che attende dietro ogni angolo.
Una scalata epica verso l’abisso
Eppure, in mezzo a questo caos controllato, gli Exordium Mors riescono anche a scolpire brevi fendenti melodici, decisi e ben piazzati, lame che colpiscono senza farsi notare, ma lasciano segni profondi, chirurgici.
L’album si può dividere idealmente in due tronconi: la prima metà, composta da sei brani, è racchiusa nel titolo stesso del disco. Un’opera mitica, irrefrenabile, che ci trascina verso un finale che solo gli stoici sapranno cogliere appieno. Sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire le ripartenze taglienti di Fire & Triumph (con lampi melodici inaspettati), il delirio di Abandon All Hope, o gli otto minuti incandescenti di Blade of Brutus, pura epica in corsa sfrenata.
Alla fine, ci si ritrova proprio lì, dove il primo ascolto aveva già condotto il pensiero: che top album sia. Il peso di The Apotheosis of Death è talmente fulgido da superare ogni ostacolo. Non è per tutti, ma è un lavoro che lascia il segno.
-
76%
Riassunto
Iron, Blood & Death Corporation (2014)
Tracklist:
01.Apotheosis of Death: I. Axiom
02.Apotheosis of Death: II. As the Vultures Descend
03.Apotheosis of Death: III. Ascension Through Vanquished Flesh
04.Apotheosis of Death: IV. The Corpse of Your Divinity Now Burns
05.Apotheosis of Death: V. The Purging Storm of Chaos Unfurls…
06.Apotheosis of Death: VI. …Unto the Lightning Swords of Conquest (Mars Invictus)
07.Fire & Triumph
08.Abandon All Hope
09.Blade of Brutus
10.Outro