Resonance Room – Unspoken: tra dark-progressive e coraggio espressivo
La My Kingdom Music ha sempre dimostrato coraggio nelle sue scelte e, quando si tratta di lanciare nuove formazioni. Il più delle volte ci troviamo di fronte a musica piuttosto (o del tutto) particolare e audace. Da sempre legata a un certo lato oscuro delle cose (alcune uscite non sono propriamente “felici” o non completamente comprese nella loro essenza), spicca per la voglia di osare e per una passione sincera che, in diverse occasioni, l’ha saputa premiare. Specie quando la “scoperta” di turno si è rivelata riuscita e pronta a emergere da un grigio anonimato. In questo contesto si inseriscono i Resonance Room, interessante e regale realtà siciliana.
Il sapore lasciato dal loro Unspoken ricorda quello di alcune band italiane emerse tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio. L’attenzione è rivolta a quelle formazioni prog metal capaci di imprimere un certo modo di fare tipicamente nostrano, pur attingendo a piene mani dal sacro operato dei Dream Theater.
Secondo me è da lì che parte il percorso dei Resonance Room, ma la strada prende presto una biforcazione, applicando a queste tinte progressive una base dolciastra e sofferta, spesso e volentieri sconfinante nell’ambito dark-gothic (anche solo sfiorandolo). L’operazione si distingue per coraggio, mantenendo però tratti chiari e accessibili, senza mai scadere nella ruffianeria, dimostrando tutta la maturità della band nei confronti della musica composta.
Atmosfere ovattate e romanticismo estremo: fascino o fatica?
Il suono appare volutamente poco potente per valorizzare le parti più soffuse, dark e drammatiche, una particolarità che ogni brano si porta dietro. Tanto che la voce, alla lunga, potrebbe condurre in territori “apatici”, per via del suo insistente e prolungato lavoro romantico/mieloso (probabilmente un ostacolo per l’ascoltatore metal medio, mentre altri faranno sicuramente meno fatica).
Non sempre le soluzioni vocali sono perfettamente riuscite, ma una lode speciale il cantante Alessandro la merita comunque. L’impegno e la volontà di proporre qualcosa di poco convenzionale e fruibile ci sono tutti (personalmente ho riscontrato una certa somiglianza metrica con quella di Juha-Pekka Leppäluoto, cantante dei finlandesi Charon).
Unspoken è anche epico, ma in un modo tutto suo. E’ un disco da coltivare, proprio a causa della reiterata mancanza d’immediatezza. Mi è capitato di scoprire la bellezza di certi passaggi solo dopo ripetuti ascolti, anche se devo ammettere che, soprattutto nella seconda parte, affiora un certo sentore di noia (poi ci penserà la title track a chiudere in bellezza). Complice anche una voce a tratti esasperante e brani che semplicemente risultano “meno belli”.
Il meglio all’inizio: tra pathos e visioni da coltivare
I Resonance Room, giustamente, piazzano il meglio all’inizio, quando i sensi sono naturalmente più ricettivi. Dapprima con un prologo struggente come Unreason, poi con Escape, dove le linee vocali raggiungono l’apice in un pezzo sorprendente per tempistiche e riuscita (con lo spettro di Warrel Dane che aleggia). Il terzetto Far From Grace, Maybe You Are.. e The Warmth of Life mostra invece le caratteristiche migliori e più promettenti. Tutte da conservare in vista di ciò che potrebbe arrivare in futuro.
Dark/progressive metal con una buona gestione degli spazi. Nel sound le tastiere sono ben presenti ma mai invadenti. Unspoken si rivela un lavoro di sicuro interesse, anche se per qualche motivo non farà probabilmente breccia nel pubblico odierno, sempre troppo impegnato a cercare altro piuttosto che autentica, sincera bravura compositiva.
Peccato solo per qualche piccola sbavatura, che però finisce col rafforzare le aspettative per il futuro: che vengano pure avanti, senza alcun timore. Nota finale per la copertina, riuscita e d’impatto. Capace di regalare quel colpo d’occhio tanto atteso e, perché no, anche un bel ricordo duraturo, in barba allo scorrere del tempo che solitamente non perdona nulla e nessuno.
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63%
Summary
Autoproduzione (2008), My Kingdom Music (2009)
Tracklist:
01. Unreason
02. Escape
03. Far from Grace
04. Maybe You Are…
05. The Warmth of Life
06. Frost and Emptiness
07. Bloodred
08. A Prayer
09. Instants of Madness
10. While I’ll Burn
11. Unspoken