Salta al contenuto Passa al menu principale
Logo della webzine musicale Disfactory.it
  • Hot Noize
  • Recensioni
    • Black Metal/Heathen Tones
    • Death Metal/Melodic Death Metal
    • Heavy/Power/Classic Metal
    • Thrash Metal/Violent Frequencies/Post Metal
    • Gothic Metal/Doom Metal/Sludge Rituals
    • Dark/Alternative/Folk
  • Articoli e Live Report
  • From the Past

Cerca nel sito

Info

  • Nekrolog
    • Contatti
  • Privacy Policy
  • Recensioni 2025
  • Hot Noize
  • Recensioni
    • Black Metal/Heathen Tones
    • Death Metal/Melodic Death Metal
    • Heavy/Power/Classic Metal
    • Thrash Metal/Violent Frequencies/Post Metal
    • Gothic Metal/Doom Metal/Sludge Rituals
    • Dark/Alternative/Folk
  • Articoli e Live Report
  • From the Past

Cerca nel sito

Info

  • Nekrolog
    • Contatti
  • Privacy Policy
  • Recensioni 2025
Copertina dell'album Rise, Vulcan Spectre dei Nekromantheon

Nekromantheon – Rise, Vulcan Spectre

I Nekromantheon tornano a colpire: velocità, riff e foga old school

Il 2012 battezzava il ritorno discografico dei norvegesi Nekromantheon a soli due anni di distanza dal precedente (e altamente meritevole) Divinity Of Death. Avevamo già speso parole di elogio per la ristampa del primo demo We’re Rotting, ed era bello realizzare quanto lo stile del gruppo non fosse granché mutato a distanza di diversi anni. Rise, Vulcan Spectre si può definire “sbrigativamente” come una nuova legnata thrash metal dei giorni nostri, fatta con i contro-fiocchi.

La band è arrivata sotto Indie Recordings, con la conseguenza di avere una “parte esteriore” più curata (leggasi produzione piena e professionale). Tirando le somme non si può non notare la consueta voglia di “avvelenare” l’ambiente che da sempre li contraddistingue. Di pari passo si noterà una certa evoluzione, i Nostri rimangono si ancorati ad una pura e antica formula (i nomi di riferimento sono sempre quelli vanno dai Sodom ai Destruction, passando per Aura Noir, Exodus e via dicendo) ma in qualche modo riescono a far percepire una lieve crescita costruttiva in fase di songwriting. In pratica si potrebbe arrivare ad una inusuale quanto “ipotetica” personalizzazione, in un campo che difficilmente ammette via d’uscita in tal direzione.

Velocità, riff e foga: l’assalto non concede molte tregue

Ancora una volta la loro forza risiede nel colpire l’ascoltatore con velocità e brevità (il timer in questo caso si ferma a 32 minuti). Rise, Vulcan Spectre passa scheggiando come una freccia, lasciandosi dietro una scia di divertimento davvero non indifferente. Otto i brani, tutti trascinanti e dai quali non si può evitare di scappare. Grandioso il riffing di Cast Down To The Void, il trasporto risulta elevatissimo e il cantato veloce/fiero/alcolico definisce il completo trionfo di una proposta convincente. Una volta innescata la miccia non si tornerà più indietro, con l’arrivo di Blood Wisdom saremo già completamente schiavi del Nekromantheon sound.

Scrivere ancora nel 2012 tali refrain nostalgici è davvero tanta roba. Urlati con tale foga e con le tempistiche perfette (l’esaltazione sarà strettamente proporzionale) non potranno che procurare ampi sorrisi luciferini sui nostri volti. C’è pure spazio per un vago senso epico, respirabile nello specifico nel duetto Embrace The Oracle/Coven Of The Minotaur (worship the beast!!!!). Completamente ipnotizzati dal riffing ficcante non si esce più vivi sino a quando la finale Raised By Dogs non tirerà le cuoia. Ma non pensate di poter scappare nel mezzo del cammino, perché troverete un terzetto che non le manda di certo a dire: The Usurper Command, title track e Twelve Depths Of Hades (non ci sarà un solo secondo fuori posto o anche solo lievemente di stanca, questo dovrà essere molto chiaro).

Con semplicità i Nekromantheon hanno scritto un gran bel pezzo della loro storia. Una mezz’ora rivelatrice di pura, sferragliante esaltazione: quando ci vuole, ci vuole.

  • 72%
    - 72%
72%

Summary

Indie Recordings (2012)

Tracklist:

01. Cast Down to the Void
02. Blood Wisdom
03. Embrace the Oracle
04. Coven of the Minotaur
05. The Usurper Command
06. Rise, Vulcan Spectre
07. Twelve Depths of Hades
08. Raised by Dogs

Related posts:

Nekromantheon – We’re Rotting Copertina dell'album The Unknown Spectre Of Evil degli WolfsschreiWolfsschrei – The Unknown Spectre Of Evil Limbonic Art – Spectre Abysm
  • Data dell'articolo
    7 Dicembre 2015
  • Pubblicato da
    Duke
  • Pubblicato in Recensioni, Thrash Metal/Violent Frequencies/Post Metal
  • Taggato con Indie Recordings, Nekromantheon
Articolo precedente: Dordeduh – Dar de Duh Articolo successivo: Gomorrah – The Haruspex

CommentaAnnulla risposta

Tema di Anders Norén

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi