Neige Et Noirceur – La Seigneurie Des Loups

Neige Et Noirceur e l’arte dell’atmosfera: analisi di La Seigneurie Des Loups

Aggiungiamo un nuovo tassello al repertorio di questo interessante monicker dopo aver parlato di L’Abîme Des Jours, L’Écume Des Nuits. La Seigneurie Des Loups uscì a fine 2010 sotto Sepulchral Productions (il cui catalogo è sempre un’autentica garanzia) e segnò finalmente l’esplosione del nome Neige Et Noirceur – come sempre, tutto a carico del solo Zifond – in tutta la sua imperiosa grazia.

Lo specchio sonoro proposto in questa tornata è vario, ma senza eccessi. Zifond conferisce alla propria musica pungenti aperture, senza dimenticare elementi da sempre fondamentali come freddezza, giunture tetre e meccaniche, e un vago quanto suadente “spirito astrale”. In La Seigneurie Des Loups si avvertono anche reminiscenze folk (il disco è introdotto, non a caso, da uno schiacciapensieri), assolutamente mai fuori luogo, dosate con misura e mai invadenti. Ed è giusto così: questi “zampini” atmosferici riescono a imprimersi bene nella memoria.

Strutture libere e nebbie sonore: la forma liquida di Neige Et Noirceur

Con il progetto Neige Et Noirceur non dobbiamo aspettarci tracklist “ordinate” o dall’aspetto semplice. Tutto esce spontaneamente, senza il bisogno di rientrare a forza in recinti precisi o già decisi a priori. Assistiamo così allo sviluppo di brani lunghi e tortuosi, privi di una forma-canzone anche solo vagamente riconoscibile (con due eccezioni: i soli cinque minuti di Ancien Folklore Québécois e la brevissima 1839). Sono composizioni che mirano a creare una fitta ma confortevole nebbiolina, un rifugio sicuro per quando sentiremo il bisogno di ascoltare musica smaccatamente atmosferica, folkloristica e dai risvolti glaciali.

Il mio personale apice è rappresentato dalla prima in scaletta, Croix de feu croix de fer. Il suo è un martellamento perfetto, con rallentamenti inebrianti e quella costante tastiera “sento-non-sento” di fondo che mi fa letteralmente uscire di testa. Di fronte a queste composizioni non si può far altro che restare fermi a contemplare ciò che ci circonda, magari sognando qualche scenario di indiscutibile bellezza. Si passa con disinvoltura dall’irruenza bestiale a momenti melodici più quieti. Il riffing impone “blocchi” istantanei, pause su cui riflettere. E poi, un finale del genere… vorrei vedere chi se lo poteva aspettare.

Atmosfere ovattate e potenti visioni sonore

Sound chiuso e ovattato fa da sfondo a un frammento totalmente folk. E’ così che comincia Ancien Folklore Québécois, e nonostante l’inizio “da festa paesana”, il tutto torna presto su coordinate fosche e gustosamente epiche, grazie a cori tiepidi e avvolgenti. La title track accompagna per sedici minuti, mettendo in risalto tutta la fantasia e la varietà musicale del progetto Neige Et Noirceur. Chitarre arcigne, voce aspra e tastiere sempre pronte a colorare flebilmente ogni tessuto richiesto (intanto, la neve si accumula tutto intorno). Il bello della musica di Zifond è che non dà mai l’idea della sua effettiva lunghezza o ampiezza: i minuti volano via come noccioline, sgravati da ogni tipo di peso, e anzi, forniscono un certo distacco, certamente voluto in fase di scrittura.

Gli undici minuti strumentali di Les Plaines de Krolok sanciscono la chiusura dell’album, tingendo il tutto con colori ancora più cupi rispetto alla normalità.

La Seigneurie Des Loups è un disco in qualche modo strano, sicuramente difficile da collocare (e quindi da votare). Potrebbe folgorare senza via di scampo, oppure annoiare pietosamente dopo pochi istanti. Da parte mia, posso solo dire che un certo livello è stato raggiunto. Un abbraccio particolare, appagante. E poi, come si fa a lasciare su qualche scaffale quella splendida copertina? Fatevela questa bella passeggiata notturna nella foresta, ne vale la pena.

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Summary

Sepulchral Productions (2010)

Tracklist:

01. Croix de feu croix de fer
02. Ancien folklore Québécois
03. 1839
04. La seigneurie des loups
05. Les plaines de Krolok

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