Legionarii – Iron Legion: trame sinfoniche da battaglia in un disco granitico e glorioso
Si è steso come un’ingombrante macchia d’olio questo progetto, capace di affondare le proprie caratteristiche in un pomposo e spiccato lato sinfonico da “arte della guerra”. Espliciti i riferimenti ai grandi nomi della scena martial/industrial: senza di loro questa creatura non potrebbe proliferare, né tracciare la strada verso un futuro ancor più radioso e brillante. È un’ispirazione ridondante e rara quella messa in campo dai Legionarii, abili nel saper evocare scenari battaglieri e fortemente gloriosi.
Alzate il volume più che potete, fate risuonare le note nel modo più assordante possibile, e potrete arrivare a toccare vertici emozionali parecchio interessanti. C’è gloria, c’è epicità sopra tutto, ci sono momenti rilassanti che sanno di fetore del dopo battaglia; un odore perfettamente respirabile, un suono che non smette di tessere l’ossessiva voglia di marciare verso una perfezione tangibile. Sia quando è ora di enfatizzare rudemente il dominio, sia quando lo si finisce per assaporare amaramente. Uno sguardo alle proprie perdite e poi via, con gli occhi velati di malinconica tristezza, verso nuovi giorni, con uno spirito rinnovato e doppiamente corazzato.
Precisione marziale e immersione sonora: la formula Legionarii
È un lavoro preciso e diretto quello messo in atto con il secondo full-length Iron Legion. Ciò che si costruisce nella fabbrica Legionarii non è affatto cosa semplice. Non è facile far arrivare – e mantenere – un grado intenso su spropositati livelli. Allo stesso tempo, non è nemmeno facile tenere l’ascoltatore attaccato alle cuffie in questo modo, mantenerlo concentrato come se fosse alle prese con un film, riuscire a non fargli percepire il tempo che scorre su spalle ormai scorticate.
Si parte da una tela bianca e, pezzo dopo pezzo, la si colora con tinte accese e terrene. In certi casi sfocia in tonalità eteree e luccicanti, mentre ci si eleva grazie a note capaci di smuovere e caricare al medesimo tempo. Un’ora di durata varata dalla marcia The Rise Of The Legion, canzone che apre alla mia preferita Today We Fight. Glorioso l’incedere scandito da rullante e tamburi, fumi distruttivi che lasciano spazio a tastiere cupe, nefaste, e ai vari campionamenti applicati.
Fuoco, climax e inquietudine: la cavalcata emotiva della tracklist
È come assistere a un trionfo già celebrato. Un fuoco che divampa puntualmente nel resto della tracklist (in questo caso noi in qualità di vittime, noi come inermi ascoltatori). Dapprima è la title track a innalzare il climax con un fare “sospirante”, poi Sieg! aiuta una marcia sempre più decisa e calcata. Continuare con il track-by-track sarebbe solo ripetitivo (caratteristica che in fondo la musica vuole trasmettere), ma un plauso lo meritano senza esitazione anche Strategic Advance (implacabile inquietudine e altra mia preferita: qui confluiscono diversi fiumi sonori in un risultato d’insieme davvero efficace), Ost Und West (oscuro e inarrestabile dominio fatto musica) e l’ancestrale Guardians Of Fate.
Orizzonti aperti e spaccati: Iron Legion è un disco solido come il granito, con un suono che non vi concederà alcun nascondiglio. Magari potremo imputargli poca variazione sulla base, ma la creatività è così elevata da spazzolare via ogni dubbio a riguardo.
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75%
Summary
Rage In Eden (2012)
Tracklist:
01. The Rise Of The Legion
02. Today We Fight
03. Iron Legion
04. Ahnenerbe
05. Sieg!
06. Strategic Advance
07. Global Front
08. Ost Und West
09. The Tripartite
10. Guardians Of Fate
11. Liberation