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Copertina dello split tra Grünt Grünt e [P.U.T]

Grünt Grünt vs [P.U.T] – Split Cd

[P.U.T] vs Grünt Grünt e una mezz’ora scarsa di violenza sonora

Uno split semplice, pura dilatazione e definizione di tormento e sofferenza a “velocità alterne”. Le creature francesi [P.U.T] e Grünt Grünt affrontano la materia musicale in modi differenti, ma su questo split – da qualsiasi lato lo si osservi – il risultato appare tanto semplice quanto interessante. Non stiamo certo chiedendo la luna, ma l’accoppiata è così ben assortita e esplicativa che l’uscita si fa voler bene già dalla sua prima letale esalazione (anche la copertina, dal canto suo, rende perfettamente l’idea).

Non si perde tempo a girare attorno all’obiettivo. Almeno non lo fanno i Grünt Grünt, che in appena otto minuti ci sparano addosso sei canzoni (pensate che l’ultima si prende quattro di quei minuti, a voi il resto dei calcoli) di convulsivo alternative grind. Voce urlata al massimo, preda di dolori letali e atroci, che sfocia in un profondo growl. Chitarre che tagliuzzano senza curarsi di eventuali reazioni allergiche, una sezione ritmica schizzata e secca a completare il “pacchetto bomba” pronto a esplodere in qualsiasi momento. I Grünt Grünt ci vanno giù senza pensieri, con il compito di generare caos violento e abrasivo, perfettamente espresso nella rudezza dell’ultima loro traccia. L’unica concessione al rallentamento e sorta di apripista per il gruppo che seguirà.

Note malate e atmosfere corrotte: il lato oscuro dello split

I [P.U.T] gestiscono al meglio l’ampia porzione di split a loro dedicata (circa venti minuti). Quattro pezzi, sudici tessitori di note malate e ciondolanti: il loro sludge è intriso dei detriti di una qualche fatiscente industria, con sensazioni dark che fluttuano tra pazzia e corrosione palpabile. Lentamente si finisce schiavi della loro trama, tanto che non vorremmo affatto chiudere con l’ultima Under Most Darkest Sea. Degne di nota l’atmosfera ovattata e “insistita” di Fear e l’autentico inno/manifesto Industrial Vs. Forest (con un basso bellamente stuprato).

Se vedete la copertina in giro, ponderatene l’acquisto: per farcelo avere si sono sforzate ben sette etichette. Per certi momenti, non c’è niente di meglio di queste istintive onde impattanti.

Riassunto

Pogo Records, Bonobo Stop, Trashfuck Records, THC+DIY Records, Vleesklak Records, Brutal Arratia, Krach Macht Frei (2015)

Tracklist:

01.Grunt Grunt 01
02.Grunt Grunt 02
03.Grunt Grunt 03
04.Grunt Grunt 04
05.Grunt Grunt 05
06.Grunt Grunt 06

07.[P.U.T] with the evil
08.[P.U.T] Fear
09.[P.U.T] Industral vs. forest
10.[P.U.T] Under most darkest sea

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  • Data dell'articolo
    10 Settembre 2015
  • Pubblicato da
    Duke
  • Pubblicato in Gothic Metal/Doom Metal/Sludge Rituals, Recensioni, Thrash Metal/Violent Frequencies/Post Metal
  • Taggato con [P.U.T], Bonobo Stomp, Brutal Arratia, Grünt-Grünt, Krach Macht Frei, Pogo Records, THC+DIY records, Trashfuck records, Vleesklak Records
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