Grunt – Codex Bizarre

Sai già cosa aspettarti (più o meno) quando vai ad incontrare un prodotto della particolare Bizarre Leprous Production. Così, le coordinate di follia inerenti al circuito death/grindcore vengono mantenute anche nel caso del secondo album dei portoghesi Grunt (orbitiamo nell’anno 2015). Il percorso di Codex Bizarre si preannuncia del tutto evasivo per mezzo dell’uso di tematiche care alla formazione: queste passano con disinvolta follia dal porno al fetish, ma ogni cosa va bene purché malleabile e annessa ai canali della perversione o della singolarità ad essa collegata. Non saranno i primi e nemmeno gli unici ad affondare interesse in questo campo, ma certamente ci basta a delimitare la personalità di una band che riesce a portare a termine un lavoro interessante, esattamente quel giusto cocktail d’intrattenimento che potevamo aspettarci prima di cominciare il viaggio.

I Grunt presentano una tracklist di 15 brani per un totale di circa tre quarti d’ora selvaggi e carichi di groove fino alla saturazione. Il minutaggio si mantiene “basso” ma in qualche occasione ai nostri piacerà eccedere sopra i 2 minuti e mezzo circa di media. Tuttavia non avvertiremo la frenesia tipica di certi prodotti grindcore e anzi, sembra quasi che Codex Bizarre voglia cucinarci a fuoco lento ma senza dimenticare di infliggere le necessarie ferite di tanto in tanto. C’è la linea di passaggio tra il death metal e il grind e la si avverte tutta già al momento di spingere i primi passi sulle lente note di The Sweet Smell of Servitude.

La produzione ci impasta un suono pieno e putrido, ricco di effetti. Le ritmiche colano giù che un piacere e le randellate non mancheranno in mezzo ad urla e soluzione gutturali da “fondo della bottiglia”. Ma ciò che subito rende l’idea con i Grunt è il loro sapere con esattezza quali tasti toccare e come fare per renderli al meglio. Si avverte l’esperienza del terzetto, un’esperienza lasciata libera sia in questo caso che negli altri innumerevoli progetti che li vedono coinvolti.

Codex Bizarre è un piccolo/grande regalo, un disco che colpisce, attutisce, raggela e corrode al solo schioccare delle dita. E’ schiavo di una pazzia composta e pronta a cavalcare ritmiche vincenti e mai esageratamente ripetitive. Potrei qui iniziare una sorta di track-by-track ma ciò mi porterebbe ben presto ad elogiare tutte le “devianti perle” custodite all’interno di questo piccolo scrigno. Bisogna andarci giù decisi, positivi e fulminanti, lasciare sgorgare il possibile dalle casse (qui vi cito la compressione “alternativa” all’inizio di Vassalage Grotesque) e accettare tutto quello che verrà al meglio e con la giusta voglia addosso. Accelerazioni catarrose/abrasive, “riff a stampo”, rotondità ritmiche e chili di attacchi d’ogni sorta sono qui ad attendere che si faccia il momento propizio. Per non sbagliare andrà tutto accolto a braccia aperte, ma un bel avviso cubitale dovrà metterci all’erta circa il peso che andremo a reggere alla conclusione, solo a quel punto sapremo decidere se il tempo passato assieme a Codex Bizarre è stato ben speso o meno.

Legnate e pazzia usata sempre con criterio per non andare a snaturare un “dipinto” prestabilito e adagiato sulla tela al meglio (la canzone più “easy” l’avremo verso metà album, la magnifica Supreme Rubbercore). Tutto allenamento a favore del nostro povero/malsano collo e solo parole positive per i Grunt.

  • 70%
    - 70%
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Summary

Bizarre Leprous Production (2015)

Tracklist:

01. The Sweet Smell of Servitude
02. Teratoid Latex Feudalist
03. The Edgeplay
04. Vassalage Grotesque
05. Teased and Tormented
06. Becoming
07. Twilight Hybrid Bonanza – Shemale Part II
08. Levitra Powered Aged Predator
09. Helix Masterpiss
10. Supreme Rubbercore
11. Funeral Sub-Mission Suite Part I
12. Funeral Sub-Mission Suite Part II
13. Panzer Enema
14. Sadopsychorama
15. The Speed Freak’s Sadistical Abuse Remix