Fragments of unbecoming – Dawnbringer: Chapter VII – The Amber Emperor

Fragments of Unbecoming – Dawnbringer: Chapter VII. Quando il death melodico diventa aspro e non tradisce

E’ una carriera che rinnova ogni volta una passione straripante nei confronti del melodic death metal quella dei tedeschi Fragments of unbecoming. Non c’è ragione di dubitare delle loro intenzioni e di una carriera che continua stoicamente ad andare avanti per la sua strada, con calma e l’attitudine necessaria per regalare ai propri seguaci ciò di cui hanno bisogno. Dawnbringer: Chapter VII – The Amber Emperor è il titolo della loro nuova e attesa fatica discografica.

L’aggressione di Dawnbringer spalanca le porte del disco. Effetto sintetico, tanta praticità, riffing affilato e ritornello che strizza l’occhio al melodic black metal delle più note band svedesi. Esattamente ciò che ci voleva. Precisione, efferatezza e dinamiche che sanno quali tasti andare a toccare.

Tutti gli aspetti ferali del loro sound appaiono nella breve Among the Shades ma i calibri grossi li cominciano a buttare fuori con la magnifica Broken Breath of Time. Un morso incredibile, una traccia che non concede tregue a cavallo di una prestazione vocale vorace e dilaniante tra scream e growl.

La firma efferata delle chitarre: melodia, brutalità e identità

Le chitarre di Sascha Ehrich e Stefan Weimar sono infaticabili nei loro intrecci melodici e nei passaggi lineari che ci sono tra un riffing granitico e quelli di stampo black metal. Ascoltarli oggi equivale a bersi un bel frullato con dentro At the Gates, Dark Tranquillity, A Canorous Quintet, Naglfar e Amon Amarth. Persino il periodo magico degli In Flames emerge di tanto in tanto (ascoltare la strumentale The Amber Emperor e Lakespectre per credere). Su tutto si innesta la loro personalità, che trae ispirazione dalla matrice nazionale e dona al sound un iniziale senso di distacco, destinato però a trasformarsi in una sorprendente familiarità a seguito degli ascolti.

To Everyone and None spiega molta bene come si possa essere malinconici randellando aspramente. Un brano che magari “arriverà dopo” ma che infine finirà nel cesto dei preferiti. Thou Shalt Eternally Wander si sviluppa attraverso un riffing leggermente più intricato, ma questo non ne altera il destino: un’altra grande composizione viene consegnata alle nostre avide mani.

Il tratto finale, se possibile, incrementa la qualità fin qui registrata. La ben piazzata Caught in the Endlessness e la breve e brutale In Times of Doom spalancano le porte a due autentiche prelibatezze: Devoured by Cold e, soprattutto, Lakespectre, che ci lasciano addosso la voglia irrefrenabile di ricominciare questo viaggio così viscerale, violento e autentico.

Un equilibrio tanto antico quanto attuale e potente

I Fragments of unbecoming sanno coniugare brutalità e melodia compattandole a dovere tra di loro. Per poter comprendere questo “potere” bisogna giocoforza entrare di petto nella loro musica, lasciarsi scorrere addosso ogni riff, ogni passaggio registrato e ogni metrica vocale. L’aspetto melodico è fuso dentro la brutalità e non cerca mai le soluzioni più facili, proprio come si usava fare un tempo. Per me, tutto questo è pura magia, e non posso fare a meno di premiarla.

In chiusura, ci viene offerto un ulteriore regalo. Avremo la presenza di due brani reincisi, ovvero la primissima canzone omonima della band e la title track del loro quinto album, The Art of Coming Apart.

È questo che fanno i Fragments of Unbecoming: scavano con dedizione e coerenza. E finché i risultati saranno di questo livello, varrà sempre la pena aspettare.

77%

Summary

Apostasy Records (2025)

Tracklist:

01. Dawnbringer
02. Among The Shades
03. Broken Breath Of Time
04. To Everyone And None
05. Thou Shalt Eternally Wander
06. The Amber Emperor
07. Caught In The Endlessness
08. In Times Of Doom
09. Devoured By Cold
10. Lakespectre
11. The Art Of Coming Apart (2025 version)
12. Fragments Of Unbecoming (2025 version)

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