Dopo tredici anni ritorano i Fauna con il nuovo rituale sonoro intitolato Ochre & Ash
Gli americani Fauna trovano in Prophecy Productions (Lupus Lounge) la cassa di risonanza ideale per amplificare il loro richiamo rituale e raggiungere così nuove orecchie. I tre dischi precedenti hanno lasciato segni profondi in chi li ha ascoltati, e oggi, dopo molti anni di silenzio, nulla risulta cambiato: il rito è libero di continuare, e di poter espandersi con rispetto e sacralità.
Il titolo dell’album è Ochre & Ash e fa riferimento a due materiali ancestrali – ocra e cenere – usati per le pitture rupestri. La copertina omaggia proprio la Cueva de las Manos in Argentina, dove si trovano alcune delle più antiche testimonianze artistiche dell’umanità. Già da questo primo segnale si intuiscono le dinamiche primordiali attuate con cura dai Fauna. Loro non si pongono mai il minimo problema su come agire. Se qualcosa va fatta, se funziona ed è istintiva viene semplicemente musicata. Nessun compromesso, nessuna concessione: le forme-canzone e gli ammiccamenti non trovano spazio o senso nel loro particolare universo.
I Fauna e la sacralità del suono, quando l’ascolto diventa un rito
La musica dei Fauna si muove come un rito antico, come qualcosa capace di risvegliare memorie sopite per riportare l’ascoltatore alle origini. Definiamola pure “spiritualità primitiva” o vita tribale, in ogni caso una comunione profonda e viscerale con la natura e i suoi potenti elementi. Ochre & Ash è un viaggio sciamanico che attraversa la morte simbolica per rinascere in nuova forma. La tracklist alterna un pezzo rituale/ambient di durata contenuta con tre decisamente estesi di matrice black metal. Fin dalla durata complessiva di settanta minuti si intuisce quanto Ochre & Ash ci richieda tempo ed energie, attenzione, e la totale immersione nelle sue vibrazioni.
Non troveremo nulla “a venirci incontro” durante l’ascolto di Ochre & Ash, eppure di momenti da ricordare ne troveremo davvero tanti. Un brano come Nature & Madness raggiunge degli apici davvero notevoli ma difficili da far comprendere a parole. Così come l’incedere straniante e dalle tinte doom di Labyrinths, dove il lento passaggio delle ere finisce per toglierci il respiro (il crescendo ipnotico del pezzo è assolutamente toccante e meraviglioso). E che dire poi dei 23 minuti della conclusiva Eternal Return? Un brano imponente, che non ha timore di imporsi con una presenza massiccia, costruita attraverso frammenti che si susseguono in qualità di pungenti visioni. Qui la calma diventa dominio assoluto.
Un rifugio sonoro per chi sa ascoltare la propria anima
I Fauna rispettano in primis loro stessi. La loro arte è pura e va contro le leggi del music business. Non si palesa mai l’intenzione di andare incontro all’ascoltatore per facilitargli il viaggio. Dischi come questo sono piuttosto un vero “rifugio” per chi saprà interpretarli, viverli e custodirli.
Una delle realtà più autentiche del genere è dunque ritornata, e con rispetto cerca di incunearsi tra i nomi più gettonati – nonché “vicini di casa” – come Agalloch e Wolves in the Throne Room. Ochre & Ash è dunque un’esperienza sonora che ci riconnette direttamente a rituali ancestrali, tra bagliori di fuochi accesi e danzanti nelle profondità di grotte remote.
Summary
Lupus Lounge (2025)
Tracklist:
01. A Conjuring
02. Nature & Madness
03. Femoral Sun
04. Labyrinths
05. Mockery
06. Eternal Return