Un rituale boschivo e freddo: il culto oscuro firmato Deadman
Correva l’anno 2011 quando la Dusktone scovava i Deadman, creatura piemontese dalle buone potenzialità. Peccato soltanto per il lavoro grafico di copertina, che avrebbe potuto rendere e invogliare di più, anche se, lo ammetto, queste sono solo mie sottigliezze.
Spirito Di Pietra saprà affascinare e premiare chi ha già sulle spalle diversi anni di ascolti black metal. Solo chi è avvezzo a certe sonorità potrà gioire pienamente di fronte a queste chitarre intrise di sentimento. L’insidia più grande è rappresentata dalla staticità ritmica di fondo, una sorta di apatia con cui bisognerà necessariamente entrare in sintonia prima di poter stringere un patto produttivo con la musica proposta. Questo, dunque, è l’autentico, primario e impervio ostacolo che i neofiti – cuccioli di lupo per restare in tema – si troveranno a fronteggiare nell’incontro con l’album.
Andature bestiali e melodie malsane: l’anima strutturale di Spirito Di Pietra
Spirito Di Pietra è suddiviso in nove capitoli (senza titoli, solo “classici” numeri romani), nove momenti che si distendono dentro un insieme coeso e poco interessato a brillare nelle sue singole parti (titoli assenti anche per questo?). Il trionfo avviene attraverso andature bestiali e omogenee che non disdegnano forti dosi di malsana melodia, fortunatamente presente. Il risultato finale attinge sia dall’Italia sia dal grande Nord, ma è il richiamo all’Est Europa a farsi più nitido, complice una smania di aggressione e quella morsa boschiva e selvatica che affiora con naturalezza.
L’intro richiama i Summoning più grezzi e spalanca la strada ai miei brani preferiti: II e III. Le chitarre viaggiano su note “fumose” ed efficaci, mentre lo scream – decantato con precisione – si fonde perfettamente alle trame sonore. L’atmosfera generale è fredda e ovattata. Ci si ritrova immersi in uno stato di distacco cosciente, con il martellamento percepito chiaramente eppure incapace di generare una reazione opposta, quasi passiva, quasi inerme.
Trasporto e tradizione: le vene occulte del disco si aprono
Non mancano note di trasporto, e il viaggio riesce a inserire altri tasselli importanti con V, VI e VII. Un vero trionfo che scorre attraverso antiche leggi, un modus operandi che pesca generosamente nei recessi occulti del passato, senza però apparire esageratamente datato (c’è chi vuole farlo intendere, e chi preferisce percorrere vie solamente simili).
Spirito Di Pietra non è un disco che cerca l’attenzione a ogni costo. Preferisce restare in disparte, attendendo il momento giusto per agire e l’istante in cui piazzare la zampata decisiva. È l’ideale per chi, in generale, tende a concedere poca confidenza al prossimo.
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67%
Summary
Dusktone (2011)
Tracklist:
01. I
02. II
03. III
04. IV
05. V
06. VI
07. VII
08. VIII
09. IX