Morcolac – Sanguinaria

Dopo l’ep Drawbridge to Citadel of No More Dawn, ci arriva servito dentro un calice grondante Sanguinaria, il terzo album della creatura famelica Morcolac.

È ancora la Dusktone a farsi carico di un disco che esalta appieno le caratteristiche della band (quelle legate al black metal finlandese con i Satanic Warmaster in testa). Con Sanguinaria, i Morcolac ci offrono la loro viscerale dannazione. Una discesa nei meandri più oscuri dell’anima, e non sarà affatto sorprendente ritrovarci segnati da graffi e cicatrici al termine di quest’esperienza.

Sanguinaria è la pulsante passione nei confronti di uno stile specifico. L’ossessiva ripetizione di uno stampo che acquista vigore attraverso il suo protrarsi. E’ musica che agisce dentro la notte più scura e solo lì trova le sue vittime e l’eterna ispirazione.

È tutto così lineare eppure impeccabile, permeato da un potere vampirico ed efferato, sospinto da strofe carnali e da un riffing capace di deliziare con le sue fredde e lapidarie manovre. Non c’è alcun movimento fuori posto: tutto si muove all’interno di un blocco compatto e spietato, senza alcuna concessione per evadere. Ogni elemento resta incastrato in un’onda immutabile, imponente e realmente soggiogante.

La title track irrompe con autorità, mettendo subito a fuoco l’essenza del disco: le strofe dilaniano, l’impeto è traboccante e la nostra attenzione viene immediatamente catturata. Ominous Castledusk è tetra e opprimente, con un lavoro di chitarra di altissima qualità, preciso, tagliente ed estremamente efficace.

Spicca senza dubbio l’operato di Sadomaster, instancabile nel forgiare riff capaci di condensare malinconia e aggressione, mentre si prodiga in una prestazione vocale aspra e maledetta. Ogni sforzo affiora con forza, nutrendo avidamente ogni singola traccia.

Dragonbanners Draw the Horizon si impone con epico mestiere. Il suo ascolto farà sprofondare repentinamente la coscienza negli anni ‘90 con tutte le relative conseguenze. Sembra di venire trafitti da un fulmine, trainati a forza dall’espressività formulata e battuta senza soste dai Morcolac.

Apprezzabile anche il veleno sparato fuori da una Maze of Glorious Flowing sempre più convincente, e l’intensità sparsa con ardore da Bloodhorns Are Calling. Ho particolarmente apprezzato anche la breve strumentale conclusiva Marshwaves Consume the Oblivion Cliff, un tocco malinconico che sigilla il disco nel modo più appropriato.

Ogni canzone ha il dono di saper trascinare, la capacità di avvolgerci dentro un manto oscuro ma al tocco confortevole. Le chitarre scardinano le difese, le tastiere senza invadere danno quel gusto necessario, giusto e devoto che ti fa comprendere subito il grado di passione orbitante dietro al progetto.

I Morcolac con Sanguinaria sono andati a creare un affresco veramente soddisfacente. Parliamo di un album indiscutibilmente solido, che si addentra in uno stile tutt’altro che semplice da padroneggiare. Qui entrano in gioco la determinazione e una straripante passione, elementi imprescindibili per riuscire a imporsi con tale autenticità.


74%

Summary

Dusktone (2025)

Tracklist:

01. Sanguinaria
02. Ominous Castledusk
03. Blacklight Torches From Below
04. Dragonbanners Draw The Horizon
05. Maze Of Glorious Flowing
06. Bloodhorns Are Calling
07. Marshwaves Consume The Oblivion Cliff

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