Csejthe – Réminiscence: Black metal dal Canada ricco di drammaticità viscerale
“Avanti a piccoli passi”: sembrerebbe essere questo il motto della creatura canadese Csejthe, approdata con Réminiscence sotto l’infallibile corte della Eisenwald Tonschmiede. I progressi registrati nel già trattato mini CD Transcendance (anno d’uscita 2010) arrivano al culmine con questo secondo lavoro (incentrato sulla romantica figura della Contessa Bathory). Un disco capace di gelare il sangue e fermare il tempo per quaranta intensissimi minuti.
La musica della formazione non cambia il suo preciso approccio atmosferico, facendosi carico di un peso melodico non indifferente (ormai caratteristico), inzuppato di un vischioso sapore raffermo, così suadente e bello da veder invecchiare. Tipico black metal dal Canada, potremmo dire, ma di quel “tipico” che non arriva mai a stufare, tanto che ci si chiede fino a quando, fino a dove, questi artisti riusciranno a sporgersi senza cadere miseramente. Anche questa volta si può parlare di riff intensi, malinconici e drammatici all’ennesima potenza. L’immobilismo è così concreto che qualcuno potrebbe stufarsi anzitempo – forse questo è il lato negativo che potrà non soddisfare tutti – ma un pizzico di paziente insistenza è sicuramente richiesto a monte. Anche se, personalmente, mi domando subito come sia possibile “non entusiasmarsi” di fronte a queste leggiadre note.
Atmosfera rarefatta e visioni scolpite nello scorrere del tempo
Una lentezza impastatrice, un magma rilasciato e lasciato scorrere nella maniera adeguata. Sarà una straboccante misticità a regnare, respirabile a pieni polmoni una volta inserita la marcia della title track. Da lì il viaggio sarà di una sola tonalità: quella che guarda dentro e altrove al contempo, dove il nefasto destino è scritto in modo ben leggibile, a caratteri sgargianti e cubitali.
I Csejthe non scriveranno forse capolavori assoluti, ma là sotto restano ad animare speranze, arano il loro terreno con bellezza, pazienza e passione folgoranti. Li si ricorda tra molti, li si riascolta con piacere, sapendo che la delusione girerà puntualmente alla larga. Réminiscence è come i suoi predecessori (anzi, diciamo di più): un rifugio sicuro, fatto di strano conforto e implacabile drammaticità. E quando pensi che non possano fare di più, ecco che ti stupiscono con l’ennesimo momento “superiore”. Mi vengono in mente Dorko, La Malveillante e il “colosso” finale Chant des Martyres. Insomma, prendete un brano qualsiasi per farvene un’idea e valutate. Poco importa quale (anche se l’ascolto completo è necessario più che in molti altri casi), perché saranno tutti belli allo stesso modo. Però, sotto auto-tortura posso farvi il nome di L’antique Blason.
Il Canada si prende un altro bel tassello per la sua storia. A noi, invece, non resta altro che cibarcene a volontà, magari fra gli spazi di uno sguardo sfuggente rivolto all’inquietante bellezza della copertina.
Mi ricorderò – e spero lo facciate anche voi – di Réminiscence a lungo. E di come riesca a rappresentare a modo il lato leggero, romantico e acceso del sangue.
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75%
Summary
Eisenwald Tonschmiede (2013)
Tracklist:
01. Oraison
02. Réminiscence
03. Chasseresse
04. L’antique blason
05. Adjuration
06. Dorko, la malveillante
07. Maléfice
08. Chant des martyres