Charon – Sulphur Seraph (The Archon Principle): Un vero assalto black/death/thrash metal
Dopo demo, EP e split (assieme ai compatrioti Hatespawn), ecco arrivare il debutto che conta per i Charon. Nulla a che vedere con gli omonimi finlandesi: qui siamo in Germania e il loro è un assalto misto tra black, death, e thrash metal.
Con Sulphur Seraph (The Archon Principle) i Nostri propongono una buona prova: trentotto minuti maciullanti, alimentati dalla regola del “tritare tutto ad ogni costo”. Non importa quanto sia imponente l’ostacolo, l’imperativo è buttarlo giù. Se da una parte l’ascolto scorre piacevole e per niente fastidioso, dall’altra resta un pizzico di rammarico per un disco che poteva dare infine qualcosa in più. Nulla che rovini il prodotto valido, ma anche dopo diversi ascolti il tutto resta fermo. Il disco non riesce a crescere più di quel tanto, e alla fine ci si deve accontentare di queste oneste braccia che con forza preparano un passatempo a cui tornare di tanto in tanto. Aspettiamo magari un seguito di maggior livello, senza chiedere troppo.
Blasfemia e mestiere: Un disco per ascoltatori oltranzisti
Se amate il black metal svedese veloce e dall’impatto arido, se alcuni risvolti thrash nel riffing non vi infastidiscono e se gradite il vecchio sound tenebroso dei Morbid Angel (con rallentamenti annessi), Sulphur Seraph (The Archon Principle) potrebbe stuzzicare il vostro palato esigente. La forma è impeccabile, la produzione non crea troppi fastidi nel suo essere lucida e “laccata”, mentre la blasfemia è elargita insieme a un’implacabile furia esecutiva. Come già sottolineato, al disco non manca nulla per soddisfare quella speciale schiera di ascoltatori oltranzisti, quelli che non si stancano mai di sentire spesso – se non sempre – lo stesso disco a ripetizione. I Charon arrivano con un intento ben chiaro: rompere, devastare e torchiare la vittima di turno con la musica prediletta dal diavolo in persona.
Ottime intro e outro, una ficcante title track e particolarmente esaltante il ritmo di Flagellum Horribils (Trident Lash). Il rantolo vocale è di quelli che si prestano all’interpretazione: bello roco, sporco e con spunti sacrali. E’ una prova che aggiunge fascino a un insieme già pronto e “profumato” per le grandi occasioni. Il martirio prosegue poi, tranquillo e incurante, lungo tracce come Ambassador of Bonds, Thy Weapon, Key to Nowhere . The Absolute e Solution… Averse… Tenebrous… Answer: Nothingness (altro inno da non perdere, assolutamente infernale).
L’avviso è quello di preparare bene le orecchie prima di premere il fatidico tasto play. Poi: che il caos sia con voi.
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65%
Summary
Sepulchral Voice Records (2012)
Tracklist:
01. -I- introduction
02. Sulphur Seraph (The Archon Principle)
03. Flagellum Horribils (Trident Lash)
04. Ambassador of Bonds
05. Thy Weapon
06. Key to Nowhere – The Absolute
07. Solution… Averse… Tenebrous… Answer: Nothingness
08. -II- outroduction