Clandestine Blaze – New Golgotha Rising

Clandestine Blaze – New Golgotha Rising: coerenza, caos e blasfemia finnica

Se ricevi un appuntamento dettagliato, con orario e luogo precisi, stai pur certo che i Clandestine Blaze si faranno trovare sul posto con largo anticipo. E potremmo pure recarci bendati all’incontro, tanta sarà la sicurezza di non venir delusi o, in qualche maniera, “bidonati” all’ultimo istante.

Ormai non si contano più le perle prodotte da Mikko Aspa, null’altro che pura garanzia in ambito black metal. L’unico patto richiesto è giusto quello di proseguire una data crociata. Sì, perché la musica dei Clandestine Blaze resta lì, immobile. Ha trovato la sua dimensione ideale e non ammette parole consolatorie o illusorie, nemmeno minime, volte al cambiamento.

Con molta probabilità, molti si chiederanno cosa abbia di speciale un progetto che fa della “stagnazione” il suo punto nevralgico, con brani praticamente intercambiabili da album ad album. Le persone che ascoltano ancora oggi i Clandestine Blaze devono possedere due caratteristiche ben precise. Una è da considerare “arrivata” da tempo: niente la smuoverà dalla necessità di ascoltare nuove atrocità sonore provenienti dalla terra finnica. Sanno cosa aspettarsi e ne usufruiscono con forza indicibile. Le altre sono quelle che “non si accontentano” mai, che ne vorrebbero ancora e ancora, senza sosta. Musica come necessità, musica come acqua. Proprio per loro, a cadere dai recessi creativo/deviati del suo creatore, ecco giungere New Golgotha Rising, l’ennesimo attacco ai benpensanti. Una nuova piaga nei confronti della vita.

La dose perfetta: compattezza e precisione rituale

Sette brani per andare a sfiorare i quaranta minuti. E ci basta questo, perché esagerare potrebbe deformare il prodotto, e noi tutti di certo non lo vogliamo. La pastiglia dovrà essere inghiottita per intero, dobbiamo essere certi del suo effetto (anche se lo realizzeremo solo negli attimi conclusivi di Final Hours of Sacrifice), l’indugio qui non è di casa.

New Golgotha Rising è confuso per caos generato, ma il DNA lo riporta presto al marcio e al lineare: sdegno putrefatto messo a colare con orgoglio. Inchiodato a se stesso, vomitevole nella solita prestazione “disgustosa” di Mikko (particolarmente mostruoso ed esaltante su Culling Species), melodico dove serve, spesso rallentato, senza per questo disturbare o creare inutile, stantia ripetizione . E’ sempre incredibile la quantità che riesce a tirar fuori, il come, e come non fallisca mai nel farlo.

Fractured Skull è l’elogio a un genere. La title track ha come unico intento insozzare a dovere l’ambiente o qualsiasi cosa vi sia su livelli “superiori”; Culling Species provoca invece vigoroso spostamento mentale, per un carnet d’intendere simile, ma diverso sul come applicarlo. Ma non sono da meno l’opener Evocation Under Starlit Sky (da cui fuoriesce tutta la loro disordinata sporcizia), Consumed by Flames, la bipolare Passage to New Creed, o l’apoteosi carnale di Final Hours of Sacrifice (dai tratti anestetizzanti).

Fedele alla linea, tra ignobiltà e rispetto

In pratica, nulla di nuovo sotto l’effige Clandestine Blaze ed è giusto così. Un altro piccolo spazio è stato degnamente riempito con – si spera – nostra somma gioia. New Golgotha Rising non toccherà le mie vette personali, riscontrabili in Night of the Unholy Flames, Fist of the Northern Destroyer o Deliverers of Faith, ma si depone subito dietro in modo rispettabile, assieme alle restanti ignobiltà sonore precedentemente prodotte.

Tale onesto compito è sufficiente per finire nella nostra speciale categoria “hot noize”: poco sforzo, tanta sicurezza.

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Summary

Northern Heritage Records (2015)

Tracklist:

01. Evocation Under Starlit Sky
02. Fractured Skull
03. Consumed by Flames
04. New Golgotha Rising
05. Culling Species
06. Passage to New Creed
07. Final Hours of Sacrifice

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