Finalmente ho trovato il tempo (e l’ispirazione) per tornare su questo disco a firma Cataplexy che avevo lasciato indietro, ma che volevo assolutamente trattare.
I Cataplexy, band black metal giapponese, nel 2008 avevano pubblicato Lunar Eclipse, Chaos to the Ruin…, un album che avevo apprezzato parecchio. Quattro anni dopo arriva il successore, Devangelight, un’uscita che attendevo con grande curiosità. Appena appresa la notizia del loro ritorno, mi ci sono fiondato sopra come uno zombie sulla carne viva… salvo poi restarne, ahimè, deluso.
Il tempo è passato, ho rimandato la questione più volte fino a questi giorni, in cui ho deciso di affrontare nuovamente il disco, nella speranza di rivalutarlo. Ma così non è stato. Detto ciò, Devangelight resta un buon disco: forse sono stato io ad avervi proiettato sopra aspettative troppo alte, quasi esasperate.
Il suono c’è tutto: sporco, crudo, ruvido, come ci si aspetterebbe. Il problema è che Devangelight tende a mollare la presa in più di un’occasione, lasciando dietro di sé momenti poco ispirati. Dei veri e propri buchi di disattenzione.
L’album incarna perfettamente l’assenza di ambizione al rinnovamento, e in un certo senso è anche questo il suo fascino. Le chitarre torbide si avvinghiano alla gola, accompagnate da uno screaming acido e doloroso, volutamente esagerato. Le canzoni vogliono colpire duro, ma non rinunciano a una componente melodica sempre presente, seppur racchiusa in ritmiche serrate, senza concessioni a facili aperture o variazioni.
La batteria, da sempre secondo me uno strumento non essenziale nel black metal (basta un buon rullante e qualche piatto ben dosato per cavarsela), fa il suo lavoro. Peccato per alcuni passaggi in doppia cassa, che ho trovato poco coerenti con il resto dell’impianto sonoro.
Devangelight è rivolto ai puristi del genere, forse anche a quelli un po’ più fanatici. È materiale per chi continua ad apprezzare musicisti onesti che, pur consapevoli di non ottenere mai un vero profitto, continuano a incidere con dedizione. Se la parola “piattezza” non vi spaventa, potreste trovare pane per i vostri denti.
Il trittico composto da Recrimsoned Vestige, Celestial Arcane Epitaph e Sphereflection rappresenta al meglio ciò che i Cataplexy sanno fare: niente fuochi d’artificio, niente stupore, solo le quattro – dico quattro – cose essenziali. Meno ispirati rispetto al passato, ma comunque costanti nel garantire il minimo sindacale.
Il lato oscuro del Giappone è ancora una volta al sicuro con loro.
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60%
Summary
Zero Dimensional Records (2012)
Tracklist:
01. De Evangel Light
02. Whirl of Skuldlight
03. Recrimsoned Vestige
04. Celestial Arcane Epitaph
05. Sphereflection
06. Silvery Supplicant
07. Hydraulis of The Ether
08. Dysastral Paradigm
09. Lifelessdawn