Bestial Invasion: Thrash Metal Vecchia Scuola Dall’Ucraina
Bestial Invasion dall’Ucraina: un nome, una dichiarazione d’intenti.
Di certo non puntano a spiccare per personalità, e l’eterno dibattito su quanto e come possa essere ancora utile suonare smaccatamente old school è già pronto a imperversare negli angusti canali della rete. Il bassista Metal Priest proviene dai Violent Omen, band di recente formazione ma già piuttosto prolifica.
Impossibile, al momento, esprimere certezze sulla band. Questa recensione funge più da presentazione informale, una sorta di “news” allungata alla bene e meglio, giusto per segnalarvi la loro esistenza e poco più. L’uscita d’esordio che trattiamo è infatti un singolo su vinile 7 pollici. Da un lato troviamo un brano inedito, Silent Wonders; sull’altro una cover dei Morbid Saint, Damien.
Stile e Atteggiamento: old school con una voce inaspettata
Difficile emettere sentenze di qualsiasi tipo, quindi ci limiteremo a descrivere la situazione. La band si distingue (anche se ormai sembra più un tentativo di inseguire l’arcobaleno) per la presenza di una “gentile” donzella dietro al microfono. Ma niente paura, voi amanti delle sonorità più classiche del thrash metal: la bella Nastya sfoggia una discreta dose di ignoranza musicale (e non solo, ma sono certo che avrete già trovato modo di colmare la vostra curiosità con una rapida ricerca online), lasciando intravedere anche possibilità evolutive tutt’altro che scontate.
I Bestial Invasion optano per un thrash metal veloce e meticoloso, ma per fortuna evitano quell’alone iper-tecnico che probabilmente li snaturerebbe già in partenza. Il percorso è saldo e sicuro, e si procede a colpi di randello, senza troppi pensieri per le conseguenze (ed è giusto così, per ora!).
Nei suoi quattro minuti, la title track non lascia indifferenti: il basso è ben in evidenza, la voce si sfoga a briglia sciolta e i riff sono secchi e profondi, compiaciuti della loro stessa potenza. Anche la cover è ben eseguita e completa al meglio questa brevissima uscita. Praticamente una partita lampo pensata per i soli fanatici.
Vecchi e giovani nostalgici di “robetta” come Death Angel, Mekong Delta e Agent Steel: rizzate le antenne, appuntatevi il loro nome (non dovrebbe esservi difficile) e tornate a cercarli in futuro per eventuali sviluppi. Chissà che i Nostri non ci regalino qualcosa da custodire gelosamente.
Summary
Archaic Sound (2014)
01. Silent Wonders
02. Damien (Morbid Saint cover)