Adfail – Unkindness: un esordio sommesso ma ricco di fascino gotico
Nascosto esordio dalla Russia quello degli Adfail. Con una copertina – a dire il vero – abbastanza insulsa, che rischiava di allontanare una grossa fetta di pubblico da questo debutto invece meritevole della giusta attenzione, anche se in modalità “basso profilo”. La merita senz’altro, soprattutto se si è rimasti affezionati al vecchio goth/doom elegante e profondo di un tempo. Stiamo parlando di quello forgiato dalle storiche band inglesi e dai primi, compianti Tristania. Sono proprio questi ultimi a venirmi in mente a ripetizione durante la breve “scorciatoia” adoperata da Unkindness (non si arriva nemmeno a quaranta minuti). Un disco che nasconde molto di più di quanto potrebbe far credere.
In apparenza è un lavoro a malapena sufficiente – o almeno così mi è parso nei primissimi istanti – ma col tempo comincia a svelare gli arcani segreti racchiusi al suo interno. Ciò non toglie che il tutto possa essere facilmente bollato come “sempliciotto”. L’operato inusuale (sotto certi aspetti anacronistico) dà però una bella pennellata di smalto sopra un colore già sbiadito. Un sapore diverso rispetto a ciò a cui siamo oggigiorno abituati.
Un inizio positivo: tra delicatezza e coerenza espressiva
L’opener Storm rende bene l’idea di quanto la banalità venga opportunamente scacciata. La doppia voce è sì utilizzata (ma solo in questo brano, il resto vedrà protagonista solo quella maschile), ma è a favore del brano, che nonostante la breve durata non appare per nulla scontato. Insomma, niente formula easy giusto per fare colpo, solo un accorgimento coerente con il resto del disco. Meglio specificare che non ci troveremo mai davanti a voci “operistiche” di nessun tipo. Qui si predilige uno spezzone pulito e “grattato”, da me assai gradito, come nel caso di Destiny Doll, pezzo soffuso e dalle importanti impennate.
Remorse… Regret… è invece considerabile come l’hit dell’album. Il suo refrain rimane scolpito in testa e sarà la prima cosa che tornerà alla mente quando si scorrerà visivamente la tracklist in un prossimo futuro. È una tastiera puramente autunnale a guidare Drama, mentre su Condemned Future si rivela e prende forma – a mio parere – la migliore linea vocale dell’intero disco.
Unkindness passa rapido e leggero (se vogliamo esporre una critica, la rintraccerei proprio qui). E’ musica per la stagione triste, e per cuori prettamente pensierosi e autunnali. Senz’altro un ottimo squarcio gothic-underground da recuperare nello speciale spazio delle “occasioni”.
-
64%
Summary
Darknagar Records (2012)
Tracklist:
01. Storm
02. Pity
03. Destiny Doll
04. Remorse… Regret…
05. Drama
06. Condemned Future
07. Throwing Pain Away