Una volta ascoltato Sathimasal il primo pensiero è stato quello di andare alla ricerca del primo disco Ruhizolasyon (lavoro, a quanto pare, interamente strumentale). Il secondo disco dei Turchi Yayla è difatti quel genere di Black Metal che con me va a nozze, di quello che ti cinge e ipnotizza, quello che ti getta addosso chili e chili di neve virtuale (che poi da una band Turca ti aspetti ben altre sensazioni è un altra storia).
I nostri martellano e sinfonizzano come solevano fare (divinamente) un tempo i “mitologici” Parnassus, la differenza è che gli Yayla usano le tastiere in maniera più fredda e in dosi meno massicce (comunque se le tastiere di solito vi creano completo prurito lasciate pure perdere alla partenza), ma come loro, riescono ad unire due parti così agli antipodi come se fosse materia del tutto naturale.
Sathimasal ci presenta cinque canzoni, la prima e l’ultima proseguono molto bene il lato unicamente strumentale (spezzando una lancia a loro favore si può dire che il cantato cambia di poco le cose, una volta immersi nel sound si resta comunque pietrificati senza avvertire grossi mutamenti), mentre le restanti tre confortano tramite un urlo sibillino e diabolico, ulteriore ornamento su formula altamente solida. Le orecchie non faticheranno a creare un certo feeling con la musica (se si è ovviamente portati a questo tipo di frequenze), mentre la puntura anestetizzante entrerà subito in circolo, permettendo alle chitarre di compiere il proprio studiato martirio. Quest’ultime violentano ma con grazia, apparentemente sembrano voler creare caos e distruzione, ma andando aldilà di un semplice ascolto si scoprirà il loro reale e più intimo scopo.
Sathimasal è fortissimamente compatto, le sue composizioni sono lunghe e possono facilmente portare un orecchio poco preparato (o annoiato) ad un facile sfinimento. Se la ripetizione di intensità ad oltranza di solito non vi urta, potreste avere una concreta chance di entrare in questo occulto e cavernoso mondo, altrimenti razzolate pure altrove, perché qui troverete solo muffa stantia per i vostri padiglioni auricolari.
Io penso che finirò dentro questo vortice molto spesso, gli Yayla dimostrano ancora una volta come si possa generare qualcosa di estremamente catalizzante con mezzi primordiali, in fondo basta cogliere la giusta ispirazione, il resto verrà da sé (e pazienza se la personalità non regna totalmente in questa casa, la cercheremo altrove, magari un’altra volta).
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Summary
Merdumgiriz (2012)
01.Fodreame Wonderlore
02.Emperor; Elegy to Wars Never Fought
03.Harvester; Modesty of All Malevolence
04.Conjurer; Prophetillars Will Hollow
05.Will to Walk Paths to No Temple