Walhalla – Release the Beast

Me la ricordo bene la copertina di Firereich, dispersa nelle varie sezioni di recensioni delle riviste di settore dell’epoca. Correva l’anno 2000 e i Walhalla facevano la loro prima giocata discografica.

I finlandesi Walhalla amano suonare un tipo di thrash metal marcio e velenoso nel pieno rispetto delle usanze del Nord Europa. Fa un certo effetto ritrovarli oggi in carreggiata con il secondo album, un disco che esce da ceneri ormai fredde, dopo un’epoca di 23 anni. Fa piacere sentire tornare Lord Heikkinen e la sua creatura, anche se purtroppo dovremo fare i conti con la scomparsa di Agathon (che ha fatto in tempo a registrare alcune parti di batteria per l’album prima di essere portato via da un tumore al cervello), autentica colonna della scena underground finlandese.

Con il titolo profetico di Release the Beast i Walhalla tornano in sella fiancheggiati da Great Dane Records, la volontà è ben precisa ed è quella di spalancarci le porte di un modo di fare ormai desueto e in grado di soddisfare solo una ristretta cerchia di persone.

La musica dei Nostri risulta come la perfetta sintesi tra il thrash metal teutonico di stampo Kreator (con i Destruction a riempire la questione in seconda battuta) e le andature più scandite e rocciose dei loro connazionali Barathrum. Ascoltarli ti riporta subito indietro le lancette, e alla mente riaffiorano le uscite meno discusse di un tempo (come ad esempio i mitici Fucking Bleed ed Extreme Hatred). E’ lì che si balla con i Walhalla e devo dire che questo Release the Beast il suo compito lo svolge più che dignitosamente.

E’ un motore che torna a ruggire ma che deve anche fare i conti con gli anni trascorsi nel disuso. L’opener Through the Shores of Acheron è un gran pezzo (il mio preferito), capace di tirare subito giù il muro formatosi ed acquisire il necessario livello di confidenza.

Il ghigno di Count Penetrator è graffiante e ben si fonde alle strutture imbastite dalla sconfinata passione del saggio e quadrato Lord Heikkinen. I brani appaiono calibrati, e le chitarre sparano fuori riff letali e corposi in piacente successione. Dal ghiotto cesto notiamo l’anthem The Bride of the Profane (grande assolo stridente), la ficcante Peace Love and Understanding o la ponderata Sinner, passando poi per la sgraziata title track, la solida Morningstar Above e la pazza conclusione di Goat for Kirill.

Release the Beast è un prodotto riservato senza ombra di dubbio ai nostalgici, e a chi sa come trattare o ancor meglio filtrare un certo tipo di andature (particolari inni in successione).

63%

Summary

Great Dane Records (2023)

Tracklist:

01. Through the Shores of Acheron
02. Ensemble to the Feast
03. The Bride of the Profane
04. Peace Love and Understanding
05. Cabin in the Woods
06. Demons Over Nordland
07. Sinner
08. Walhalla Rising
09. Morningstar Above
10. Punishment of the Crippled World
11. Goat for Kirill