Secondo disco per Daniel Jansson e il suo progetto V:XII (coadiuvato da Osman Arabi e da Magnus Långberg in sede di “vestizione” sonora e lirica) che ci fa tornare a tempi bui, tempi in cui la Cold Meat Industry gettava sul mercato chili e chili di materia oscura per contrastare suoni meno oppressivi e più “ridenti” che inzuppavano la scena musicale estrema.
E’ bello tornare con la mente in quella dimensione dove ogni uscita era qualcosa di unico e particolare. Non si può non ringraziare Sentient Ruin Laboratories per lo sforzo con il quale continua a spaziare dentro tale materia oscura e rituale. A tal proposito questo Lu-Cipher-Sabbatean rappresenta un’autentica ed intrigante chicca, arte capace di spezzare una determinata routine che era diventata ormai una sorta di patina protettiva.
Ottimo spezzare, ottimo finire invischiati dentro le tele create ad arte da V:XII. Il dark ambient che troverete su Lu-Cipher-Sabbatean è accompagnato da parti vocali misteriose e cerimoniali, l’aria diventa da subito rarefatta e “l’abilità” dello sapere respirare ci verrà immediatamente sottratta. I nostri occhi si schiuderanno verso visuali tremende e diaboliche, cullati da effetti grigi e pungenti che ci accoglieranno a dovere dentro mondi spirituali ricchi di nefandezze ed estremità.
C’è una volontà perversa ad abitare questo luogo, verremo introdotti e guidati brano dopo brano dentro un percorso opprimente, un percorso che si snoderà a dovere in costante pendenza verso l’apice sonoro preparato per il gran finale “innalzante” di Mindworm (sarebbe inutile stare a parlare delle singole tracce, però l’ingresso con Blood Strategies e Hivemind Nation si sono fatte da me particolarmente adorare).
Non viene lasciato spazio a momenti che possano farci distogliere lo sguardo e sotto un flusso ipnotico proseguiremo il nostro viaggio, spezzati da ritmi marziali e “consigliati” da continui, malevoli sussurri alle nostre orecchie. Si viene di fatto plagiati, e la vittoria verrà stabilita dalla volontà di volerci restare dentro ad un disco di questo tipo, di voler sguazzare dentro onde ipnotiche e liturgiche, spazzolati da capo a pieni da vibrazioni che hanno l’unico obiettivo di scuotere e tormentare (oltre a quello di prendere in prestito la nostra mente per il tempo che occorre).
Non ascoltate la musica di V:XII se avete una fottuta paura dei vostri incubi. Lu-Cipher-Sabbatean serve esattamente all’opposto, e all’esatta volontà di poter stare assieme a certe paranoie per 36 minuti. C’è da studiare per fare “esplodere” qualcosa al di fuori, anche se il tutto verrà vissuto in uno stato di completa intimità. Non ci sarà spazio per altre sensazioni se non queste, il disco è chiaro da questo punto di vista, ci terrà costantemente sulle spine e li ci lascerà a vagare dentro un loop di ampie e diaboliche proporzioni.
Summary
Sentient Ruin Laboratories (2023)
Tracklist:
01. Blood Strategies
02. True Unholy
03. Council of 13
04. Hivemind Nation
05. LU-CIPHER-SABBATEAN
06. Entity Saturation
07. Cyclic Saturnial
08. Mindworm