Violentor – Manifesto Di Odio

Ci arrivano potenti echi dai primordi con i Violentor. Fermarsi per un minuto e rendere a grazie ai mostri sacri prima di premere il tastino play sarebbe cosa gradita.

Sangue, sudore, bestemmie e tanto “spirito essenziale” (UHA!!) messo a lavorare con spudorata veemenza. Il quinto disco del terzetto italico porta il nome di Manifesto Di Odio e ci porterà a zonzo dentro una solida pozza composta da scontrosità e sana ignoranza thrash “addolcita” con profumi speed, death e black.

I Violentor sono la band ideale per chi vuole quel tocco estremo in più, un’aggiunta rozza e strisciante allo stile di Venom e Motörhead. I Possessed, primissimi Death e Slayer sono nomi che hanno indottrinato in molti, anche se a questo giro devo ammettere di avere pensato molto agli storici demo dei mitici Obscurity da un lato, e ai Distruzione dall’altro (per certa foga ed ovvie ragioni linguistiche).

Manifesto Di Odio ci porta a casa una ventata d’aria tossica, ti impedisce ogni movimento tenendoti lì, al suo fianco a scapocciare come un ignavo. Una declamazione perpetua, disillusa ma senza peli sulla lingua quella avanzata da Alessio Medici (anche alle chitarre), verbi che tagliano e riversano sull’ascoltatore forme grezze di odio, a badilate, con ripetuti schiaffi in faccia accompagnanti da una sezione ritmica accorta, formata da Luigi Corinto (basso) e dal drummer polacco Micha.

Il terzetto aggredisce con non poca bava alla bocca, senza lasciare spazio a respiri, muovendosi all’interno di una tracklist estremamente secca e distruttiva. Si conteranno infine nove severe schegge sonore, tutte pronte ad avvinghiarsi maternamente alla carotide con furia prepotente e primigenia.

La title track apre le danze, il suo è un pugno a mano aperta in pieno volto, un colpo abrasivo che ha giusto il compito di lasciare un preciso eco, un ricordo che ci terrà per mano lungo tutto l’ascolto del disco. Un meccanismo che si ripete, con ossessione e puntigliosità all’interno delle varie (e succinte) La Paura Uccide (ottimo riffing per questo “avanzamento nel disprezzo”), Facciamo la Guerra, Vendetta Privata, o dello splendido inno di Siete Tutti Morti, della rivalsa portata da Tieni d’occhio la tua strada sino all’arrivo dell’ultimo spunzone chiamato opportunamente Il Fondo.

I Violentor con Manifesto Di Odio vibrano il loro colpo e fanno davvero male. Un disco accompagnato da una signora copertina, da affrontare con convinzione e da guardare dritto negli occhi (come fa lui con noi d’altronde). In fondo è come una carica “terapeutico/depurativa”, qualcosa che forse ci permetterà di affrontare meglio l’ennesima giornata di merda.

70%

Summary

Time to Kill Records (2022)

Tracklist:

01. Manifesto Di Odio
02. La Paura Uccide
03. Facciamo La Guerra
04. Vendetta Privata
05. Ballad of the Free Spirits
06. Senza Limite
07. Siete Tutti Morti
08. Tieni D’Occhio La Tua Strada
09. Il Fondo