Veiled Metamorphosis – Tentacled Void of Infinity

Un rintocco imponente e che fa certamente bene alla scena funeral doom quello lasciato vibrare dal debutto Veiled Metamorphosis. Dietro a questo nome agiscono l’olandese Vitriol (per quanto concerne la parte strumentale) e l’italiano Grave Desecrator (per la parte vocale); gli sforzi rilasciati lungo i 55 minuti di Tentacled Void of Infinity sono molti e portano a compimento un quadro dalle fattezze profonde, malefiche ed intriganti.

Lo stile scelto d’intraprendere non regala particolari sorprese, diciamo che incalzare l’abito senza sfigurare è la cosa principale da fare per non fallire a riguardo. Magnetici, occulti, oscuri e penetranti sono le parole principali che mi vengono in mente quando ripenso a ciò che ho appena ascoltato. I Veiled Metamorphosis affrontano il funeral death doom senza alcuna paura, conoscono certe distanze e riescono ad intrattenere a modo (anche nel decorso della strumentale finale intitolata Totenreich di ben 18 minuti), senza compiere insane sciagure che porterebbero soltanto ad un ascolto inevitabilmente dannoso.

Si verifica dunque una giusta gradazione ipnotica, il manto viene steso seguendo la tradizione e con l’aiuto dell’esperienza si riesce a procedere con lunghi respiri scanditi da una tracklist monolitica ed asfissiante. Lo sguardo cade spesso e volentieri nell’abisso circostante, una “presenza” massiccia e respirabile dietro ogni passo registrato o compiuto.

Le chitarre cercano movimenti oculati, trainano una forma pesante cercando talvolta qualche lampo di agilità. Questo accento non intacca il passo tellurico e slanciato iniziato dalla prima in scaletta Demonik Suffokation. L’eco si diffonde, le ossa forse vibreranno dal loro interno e ogni passo varrà un sacrificio, per la musica, per il genere, per noi stessi.

Se sapremo costruirci un rifugio potremo andare a braccetto con un prodotto realmente intenso e scuotitore di coscienze. Tutto scorre in maniera naturale e l’accompagnamento conclusivo della già menzionata Totenreich aiuterà a comprendere il percorso avvenuto prima, lungo le quattro canzoni definibili come protagoniste.

Tentacled Void of Infinity arriva tramite Dying Sun Records e ci propone una band già piantata nel suo ideale (provate ad uscire indenni dalle scorticanti note della title track!). Con i Veiled Metamorphosis non si scherza, si assiste piuttosto ad un lento e ombroso soffocamento che imprime via via più forza al suo perfido gesto.

70%

Summary

Dying Sun Records (2024)

Tracklist:

01. Demonik Suffokation
02. Tentacled Void Of Infinity
03. The Seven Gates Of Kur
04. Unspeakable Abominations
05. Totenreich