Esordio sotto Soulseller Records per il monicker norvegese Valdaudr. La creatura di Død (Blood Red Throne) non è altro che la prosecuzione del progetto Cobolt 60 ma accompagnata da un nuovo invelenito cantante (Vald), e ci va a promettere sotto questa nuova veste un rinnovato pasto di sano e ferale black metal. Le coordinate nazionali sono tutte lì, pienamente volute e coccolate, congelate dapprima con rude forza e poi messe con calma al loro posto. Diciamo che il messaggio è chiaro e spiccio: non si viene su questo Drapsdalen a cercare manovre evolutive o ad ascoltare chissà che altro.
I Valdaudr con Drapsdalen vanno a mettere mano su certe nostalgie che non potranno essere tenute in disparte (fate partire Trass og Vrede per capire). In tal modo il disco ti chiede il ricordo e vuole introdurre il proprio fruitore dentro il passato per farlo ritornare a passo lento ai giorni nostri. Nessun fuoco artificiale verrà messo in azione, nessun movimento che possa coglierci in qualche modo impreparati. Tutto scorre secondo tradizione, con una manovra che verrà spesso e sovente allargata sotto marmoree figure di anthem. Il black metal proposto è difatti da “accompagnamento”, ovvero di quello che preferisce evadere dalla brutalità ad ogni costo per cercare un mood spiccatamente vagante/introspettivo. Qualche raggio thrash’n’roll si affaccia timido su delle strutture che però mantengono un’ossatura prettamente misantropica, sondatrice dell’essenziale e fatta di una accesa passione.
La produzione esprime freddezza dalle chitarre mentre la sezione ritmica tenterà di avvicinarsi più a noi, quasi a voler tentare manovre di contatto. Queste due strade vengono sparate fuori senza alcuna esitazione, e tali cascate sonore riusciranno a creare un mix a tratti davvero sorprendente. Ma è una sorpresa che può arrivare giusto oggi, solo perché le uscite di black metal norvegese si sono fatte più rare rispetto ad una volta. Drapsdalen è la riprova che quando da lassù si mettono a costruire con la dovuta volontà il DNA non potrà mentire affatto; si lavora sugli automatismi e questi si trasformano in musica di livello, musica che svolge appieno il suo sacro dovere.
L’esordio dei Valdaudr potrà ricordarvi i Darkthrone, i Taake, Carpathian Forest, i Djevel, i primissimi Ulver, poi sul finire riescono pure a tirarti fuori un pezzo come Kom, Bestig Vaare Fjell ed improvvisamente si manifestano minacciosi gli Enslaved del periodo Frost/Eld (sentire fino a dove riescono a spingersi su questa traccia mi lascia puntualmente basito). Ci sono diversi passaggi su Drapsdalen che si meritano attenzione e diversi ascolti, il disco scorre davvero bene e potrebbe incrementare di molto il suo potere se gli verrà accordata giusta fiducia. E facciamocelo questo tumuoltuoso tuffo nei fiordi!
Summary
Soulseller Records (2021)
Tracklist:
- Liket Skulle Vaert Brent
- Trass Og Vrede
- Evig Langt Inn I Tiden
- Den Evige Ild
- Du Vantro Og Vrange Slekt
- Drapsdalen
- Kom, Bestig Vaare Fjell