Trist e Lonesummer hanno messo in piedi uno split interessante e da tenere bene in considerazione.
Sussistono due categorie diciamo “maggiori” di split, ci sono quelli che mantengono una linea distinta nonostante il cambio di band e suoni. Poi quelli che diventano occasione per svariare e sperimentare diverse filiali dentro la medesima produzione. Nel caso di questo Trist / Lonesummer evadiamo da entrambe le alternative per planare dentro un reparto abbastanza particolare. Un reparto che collega ed oppone allo stesso tempo le due formazioni, lo fa in maniera netta, tagliando drasticamente per quanto riguarda la costruzione di base.
Per farla breve: le due formazioni suonano black metal, ma a cambiare saranno “solamente” i metodi di approccio, la situazione sul come si raggiunge un dato traguardo.
Basterebbe dare uno sguardo alla tracklist per capire tutto da soli.
I Trist (ovviamente intendiamo la misantropica creatura cecoslovacca) vanno a proporre una sola canzone da venti minuti. Un condensato lento, scandito e rarefatto, l’ideale nenia d’accompagnamento “rilassato”. Composta su tinte scure e cocciutamente depressive. La costruzione sgorga semplice e naturale (diciamo pure elementare), e non incontreremo mai drastici cambi di tempo o simil tali.
Vábení Pokojné Tmy è il classico pezzo capace di spaccare in due la critica. Da una parte i fruitori della “sacra monotonia” saranno pronti ad amarlo dopo soli pochi secondi (e non muteranno più il loro giudizio durante l’inesorabile scorrimento dei minuti), mentre dall’altra già si prevedono infinite dosi di pungente ed incomprensibile fastidio.
Gli americani Lonesummer occupano la rimanenza dello spazio con ben cinque brani “scattanti”, brevi e particolarmente strazianti (molto livellati, a me piacciono tutti allo stesso modo). Saranno chitarre crude e serrate a stendere un tappeto fatto di acre essenzialità. Su di esso si adagerà uno stridulo e sofferente scream da piena trance depressiva. La proposta è difatti “facilmente” descrivibile come una sorta di diretto -e quasi inusuale- depressive black metal. La melodia non abbandona mai le carni del progetto Lonesummer, e ben si aggiunge allo spirito grezzo usato solidamente e in maniera trainante come piattaforma di lancio.
Trist e Lonesummer incrociamo così i loro passi all’interno di un percorso sicuramente interessante. Riescono a tenere a bada la noia avanzando assieme per quanto riguarda la qualità, senza avere l’obbligo di dover sorprendere ad ogni costo. E’ assortimento la parola chiave, sondare l’underground sapendo di poter incontrare queste produzioni è un autentico piacere.
Summary
Ars Magna Recordings (2012)
Tracklist:
01. Trist – Vábení pokojné tmy
02. Lonesummer – Regrettably, Our Harvest Never Grew
03. Lonesummer – Ghost Stories
04. Lonesummer – No More Bonfires
05. Lonesummer – Clouded Eyes and Candlelights
06. Lonesummer – Mundane Dreams About Flash Floods