Dopo due dischi editi da Xtreem Music gli spagnoli Totengott approdano sotto Hammerheart Records e danno alle stampe un Beyond the Veil che a piccoli passi si è conquistato interamente piaceri e favori personali.
Un’opera che avverto molto matura, dove si rende tributo ad una storica band nello specifico ma che non intende stare ferma ed impalata a fare le vesti da “umile spettatrice”. Ci troveremo davanti un album abbastanza coraggioso, un album che attraverso la propria tracklist tenta d’intraprendere diverse strade variando il più possibile dal “concetto inviolabile iniziale”. Un grande percorso occulto quello partorito dai Totengott, una partita giocata interamente nel mezzo fra tiro ritmico ed aspetti sacro/rituali, con un’oscurità palpabile che si impadronirà dei nostri polmoni insozzandoli a dovere.
L’impronta Maestra dei Celtic Frost si estende a macchia d’olio, è in quella direzione che i Totengott scavano con assidua insistenza ed ombrosa passione. Le variazioni sul tema sussistono e finiranno per rendere ulteriormente migliore un Beyond the Veil che nella sua figura classica avrà davvero parecchio da offrire (e fare vivere).
Inner Flame esplode dando slancio e riverbero, con influenze Celtic Frost, Motörhead, Darkthrone e un sapore alla vecchi Benediction a contendersi tutto il mio dannato entusiasmo.
Con Sons of the Serpent arriva l’altra grande influenza che ho respirato a fasi alterne, un qualcosa in grado di fluttuare fra cose di Tiamat e Samael, una via che mi galvanizza e ben si sposa con l’impronta regnante più cruda e primordiale.
Marrow of the Soul è forse la traccia più idonea a presentare un disco e una band come i Totengott. Solidità di manovra, tiro ben indirizzato e che conquista, e tanto sano headbanging ad impadronirsi del nostro corpo.
Da qui in già Beyond the Veil si darà alla “pazza gioia”, dapprima con il passo evocativo di The Architect, poi con le due parti della title track (la prima atmosferica ed evocativa, la seconda autentica rasoiata in faccia) e poi con il quasi quarto d’ora in compagnia di The Golden Crest, pezzo opprimente, schiacciante, un brano che definirei “stoico”, concretamente oscuro e che non teme la sua imponente mole, vagando imperterrito in mezzo a decise fiammate infernali (godetevi il rallentamento che porta alla sua conclusione e fatemi sapere).
I Totengott comprimono bene il sound, da qui non si scappa anche se si cercherà la parvenza di una evasione in più occasioni. Alla fine è solo materia che si amplifica ma perfettamente conscia di dover tornare al suo posto, entro certi penetranti limiti. Beyond the Veil compie il suo giro ordinatamente, riesce nel non semplice compito di intrattenere, di far muovere il collo a modo e di generare quella stima che diventa un collante necessario.
Summary
Hammerheart Records (2024)
Tracklist:
01. Inner Flame
02. Sons Of The Serpent
03. Marrow Of The Soul
04. The Architect
05. Beyond The Veil Part I: Mirrors Of Doom
06. Beyond The Veil Part II: Necromancer
07. The Golden Crest (The Ritual, The Curse, The Path, The Light)