Spettro è il titolo del quinto album degli italiani This Eternal Decay e senza troppi giri di parole è un “qualcosa di peso”, qualcosa che bisogna forzatamente ascoltare se la voglia di dark wave batte e si consuma con ostinatezza dentro il nostro corpo. Queste sono scosse terapeutiche incanalate alla perfezione che vanno provate, accompagnate da una qualità che reputo “invadente”, capace di rendere Spettro magnetico all’istante, praticamente stiamo parlando di un disco sul quale andare già a scommettere per il grande giro di valzer di quest’anno appena iniziato.
Se già il precedente ABSØLUTIØN era riuscito nella sua missione, il nuovo Spettro ne amplifica gli aspetti assumendo una forma più decisa e quadrata. Diciamo che il tiro, il tipo di musica che ci troveremo davanti ha un aspetto più deciso e quadrato, una forma che denota l’ulteriore scalino superato dalla formazione guidata con piglio da Riccardo Sabetti.
Nove canzoni (comprese intro ed outro) che gettano un manto di direzione, solidità e di complicità alla creatura This Eternal Decay. Passi in avanti, l’agire in consapevolezza che diventa un diktat agitato da un senso per il brano oltremodo pregevole e d’impatto.
Rise & Fall è un inno che fa decadere ogni cosa, la perfezione introduttiva che va a costruirsi su un’atmosfera impossibile da scacciare consolidata da un ritornello che vi rimbalzerà senza sosta nel cervello ancora a lungo. La voce di Riccardo è perfettamente centrata su uno strato musicale che rimbalza e ci scuote come marionette.
Il tiro di The Drowning conquista con un solido ritmo e chitarre emozionanti (la nostalgia qui tenderà le sue trappole) prima di una Red Orchid sinuosa, pregevole, abile nell’uscire lentamente come un’amica predatrice.
L’album prosegue prima con la calata glaciale di Cold Fear, brano che sottolinea il lato più inquietante e industriale della band e poi la “classica” Don’t Fear che nella sua semplicità riesce a rafforzare un disco capace di non cedere di un solo centimetro.
Le emozioni fluttuano, le emozioni vengono scavate a ridosso di una produzione che enfatizza il tutto come meglio non si potrebbe. Liriche “calde”, suoni freddi in tutt’uno anestetizzante ma capace di rapire per consegnarci un disco di spessore, musica che ti fa prima ballare e poi correre a rannicchiarti in un angolo a riflettere.
A Matter of Lies trasporta a cavallo di un ritmo robusto ed intuitivo mentre con Eigengrau rallentiamo e stendiamo ancora un sacro manto ombroso ed incantevole sul tutto prima di stendere lacrime copiose sulle note dell’outro A Quiet Place.
Il tiro imbastito dai This Eternal Decay ha carattere, esperienza e una solidità che vibra sulle prove prodotte da Riccardo Sabetti, Pasquale Vico, Andrea Freda e Alessio Schiavi. La band è in stato di grazia e un disco come Spettro deve necessariamente finire nei vostri ascolti quotidiani per riordinare un poco le idee ed alcune priorità.
Si possono ancora costruire dischi in ambito dark/goth rock di livello elevato, e questo ne è un fulgido esempio. Lasciatevi pure trasportare senza alcun timore.
Summary
Swiss Dark Nights, Trisol Music Group (2025)
Tracklist:
01. June ’81 (Intro)
02. Rise & Fall
03. The Drowning
04. Red Orchid
05. Cold Fear
06. Don’t Talk
07. A Matter Of Lies
08. Eigengrau
09. A Quiet Place (Outro)