Ogni tanto, dopo tanto ascoltare è giusto e sacrosanto godersi i propri meritati premi. L’esordio a nome Thermohaline è uno di questi, un disco capace di folgorare, persuadere e ammaliare all’istante (che poi ci voglia del tempo per digerirlo è un altro discorso, il magnetismo in ogni caso è piantato e lampante) tramite l’utilizzo di mezzi ben poco convenzionali.
E’ musica propensa alla mutazione quella che andremo ad estrarre da un Maelström pronto a scandagliare abissi e duettare con assurde mostruosità tangibili e solo visivamente impercettibili. I Thermohaline sono un progetto internazionale formato dal belga Lennart Janssen (Druon Antigon) , dal brasiliano Nuno Lourenço (0-NUN e Salqiu) e dall’argentino Ignacio Elías Rosner (IER); un terzetto questo certamente agguerrito vista la cura e le “variabilità” andate a costruire a ridosso di un debutto che non potrà passare a lungo inosservato.
I compositori coinvolti hanno dato carattere e personalità ad ognuna delle sei canzoni presentate su Maelström. L’album è pronto a maciullare sotto un incedere davvero “grosso”, imponente e statuario, carico di un’oppressiva inventiva abissale che riuscirà a buttarvi dentro le acque più fredde e profonde immaginabili. Potrebbe forse spaventarvi o peggio, non esserne convinti pienamente, però sono altresì sicuro che riuscirà nell’arduo compito di lasciarvi addosso “quel qualcosa”, quel seme che presto o tardi vi farà ritornare carichi di curiosità al suo cospetto.
I Thermohaline avanzano sotto colpi attutiti di un atmosferico, cupo e marziale post-black metal mischiato a diavolerie o intuizioni avantgarde. Tutto ruota attorno alla maestosità, ma nulla ci sarà servito con facile bellezza esteriore; l’iniziale Obra Dinn aiuta di sicuro ad intrufolarci dentro un dipinto tumultuoso e sgraziato, il bello verrà dopo però, quando dovremo combattere e “faticare” con ogni traccia per raddrizzare la rotta a nostro favore.
Adamastor è così implacabile (e interpretativa) che i suoi passi tonanti saranno percettibili anche su certe distanze. E’ un mischiare le carte fitto e creativo quello messo in pratica dai Thermohaline che non hanno mai paura di portare il brano su lunghe, tortuose ed evolutive distanze (si portano tutti almeno attorno agli otto minuti mentre la produzione appare potente e dai tratti volutamente confusionari). E’ sperimentazione fatta con cognizione, dove tutto potrà trovare adeguato posto senza apparire maldestramente azzardato.
Proseguendo incontriamo una Sirens che strega con modi rudi e non troppo persuasivi (il rallentamento al suo interno è torbido e magistrale), Shipwrecked che funge da maledetta ed ossessiva cavalcata ricca di tocchi di classe e la grassa, velenosa e schizzata colata Dark Corners of the Ocean (malatissima!) prima che tutto venga inghiottito definitivamente dall’ultima Paardenmarkt (melodica, insidiosa e meccanica al contempo, che trip!).
Maelström è il risultato di un folle lavoro di squadra pienamente riuscito, infetto ed alieno rispetto a tante basiche realtà. Un tuffo dentro acque insidiose ma ricche di fascino è ciò che vi chiedono i Thermohaline, i loro polmoni sono già pieni di acqua…cosa aspettate a fare il pieno anche voi?
Comprare, comprare, dannazione!
Summary
Onism Productions (2021), Goat Room Productions (2021, mc)
Tracklist:
1. Obra Dinn
2. Adamastor
3. Sirens
4. Shipwrecked
5. Dark Corners of the Ocean
6. Paardenmark